Brucia la sconfitta del M5S ad Augusta dove la sindaca uscente Cettina Di Pietro, trionfatrice nelle precedenti amministrative, non solo non è arrivata al ballottaggio ma è finita quarta (17%), davanti solo al candidato della Lega, che ha chiuso con poco più del 3 per cento. A contendersi la poltrona di primo cittadino l’ex sindaco di Augusta, Pippo Gulino (31%), e Peppe Di Mare (27%), che hanno staccato di un bel po’ Massimo Carrubba (20%), anche lui ex sindaco.
Cettina Di Pietro aveva dalla sua parte l’intera deputazione regionale e nazionale del M5S ma non è bastato questo poderoso sostegno ed ora è tempo di analisi.
“Adesso, dopo cinque anni, con i conti in ordine, fuori dal default – attacca il parlamentare nazionale Paolo Ficara – e con la possibilità di tornare a programmare, a spendere e a investire per i servizi ai cittadini, probabilmente sono tornate vive le solite logiche spartitorie e clientelari contro le quali siamo nati e continueremo a combattere. E questo permetterà a Cettina Di Pietro di camminare sempre a testa alta, consapevole che dire dei “no” e chiudere delle porte, le ha fatto perdere dei voti ma non le ha fatto perdere la dignità.”
Il deputato del M5S fa anche autocritica. “Prima di tutto è colpa nostra – dice Paolo Ficara – che non siamo riusciti a trasmettere ai cittadini il lavoro fatto, sicuramente degli errori sono stati commessi e si poteva fare meglio. Detto questo ringrazio Cettina, gli assessori e i consiglieri uscenti che hanno avuto il coraggio e la forza di correre da soli una partita difficilissima in partenza. Faccio i miei migliori auguri ai nuovi sindaci e consiglieri del M5S in Sicilia e nel resto d’Italia”.
Secondo il parlamentare nazionale, il bilancio dell’amministrazione a guida grillina è positivo. Ficara focalizza l’attenzione sul tema del bilancio. “Se si vuole davvero – dice il parlamentare nazionale del M5S – dare un giudizio obiettivo sulla portata dell’amministrazione Di Pietro non bisogna tacere da dove si è partiti e dove si è arrivati. Cinque anni fa, il Comune di Augusta arrivava da una fase commissariale e dallo stordimento dello scioglimento della precedente amministrazione. Il Movimento si è ritrovato a gestire questa fase con una situazione economica disastrosa. Al punto che ha dovuto subito dichiarare il dissesto. Cinque anni fa, probabilmente, tutte le altre forze politiche sapevano dello stato dei conti, i “piccioli” erano finiti, quindi niente promesse e niente spartizioni. E il Movimento, come spesso accade in queste situazioni, trionfò”
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