E’ ormai diventata definitiva la sentenza di assoluzione per Massimo Carrubba, ex sindaco di Augusta, finito sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio. Il giudizio espresso dal tribunale di Siracusa in primo grado non è stato appellato dalla Procura, per cui la vicenda giudiziaria per Carrubba, ex assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Siracusa, si è chiusa. Ma quell’inchiesta della Dda di Catania, denominata Morsa, ha cambiato anche la storia politica di Augusta perché il Comune fu sciolto per mafia  nel 2013. BlogSicilia ha intervistato l’ex sindaco di Augusta.

La vicenda giudiziaria si è chiusa . Come si spiega che la stessa Procura che  lo ha indagato, che ha anche chiesto la sua condanna ha deciso di non appellare la sua assoluzione. Non è strano?

Non lo deve chiedere a me.  Per me è stato strano sedere sul banco degli imputati in un aula di Tribunale per ben 8 anni con accuse così pesanti ed infamanti. La sentenza di assoluzione è solida, è granitica sia in punto di diritto che di fatto. Nelle motivazioni, il collegio giudicante ha smontato punto per punto l’impianto accusatorio facendo evidentemente desistere la Procura dal formulare appello. Mi pare la conclusione più logica. D’altronde la fase dibattimentale aveva fatto crollare i capisaldi accusatori facendo emergere con chiarezza alcuni “svarioni” investigativi. Mi permetta di citare quello più clamoroso: i carabinieri nel 2008, in piena fase d’indagine, relazionavano alla Procura sostenendo che io mi fossi recato a casa del boss locale trattenuto a quell’epoca ai domiciliari, e dunque fossi stato intercettato e video ripreso durante tali incontri. Nel 2014, 6 anni dopo, gli stessi carabinieri in aula, nel corso del processo, hanno chiarito che trattavasi di un “refuso”. Mi avevano scambiato con un altro!  Incredibile ma è così.

Ritiene che sia rimasto vittima di una macchinazione? C’era un contesto politico giudiziario che si era accanito contro di lei?

Se avessi evidenza di essere stato vittima di una macchinazione, come avvenuto per il processo cd. “Oikothen”, non avrei esitato un attimo a denunciarlo pubblicamente.  Che l’inchiesta condotta dalla DDA di Catania nasce, sotto il profilo temporale, proprio nel periodo di maggiore contrapposizione tra me e quel blocco di potere politico-affaristico-imprenditoriale con forti interessi economici ad Augusta è un dato oggettivo. Che quel potente blocco di potere, che affonda le sue origini ad Augusta e da qui si è poi ramificato in tutta Italia, avesse alle sue dipendenze pubblici ministeri, giornalisti, magistrati del consiglio di stato, professionisti, pezzi delle istituzioni e così via, come disvelato dalle Procure di Roma, Messina e Milano è un altro dato incontrovertibile.  Non so se vi è un filo che lega il cd. Sistema Siracusa all’inchiesta della DDA CT, e, sono sincero, ormai nemmeno mi interessa. Il periodo però è quello, 2007, 2008, 2009. E’ scolpito in atti giudiziari  che per quel sistema io rappresentavo un ostacolo da eliminare e, proprio per questo, una mia eventuale elezione a deputato, nazionale o regionale, doveva essere impedita a tutti i costi, e così in effetti è avvenuto. Nel 2012 dovetti rinunciare alla candidatura,e, forse, ad una elezione quasi certa. Mi inquieta però sapere che in atti investigativi si sia data piena credibilità ai principali protagonisti del Sistema Siracusa ritenendo attendibili le loro, come definirle, “fantasie”. Ecco questo aspetto mi ha davvero inquietato, e continua a farlo, ma pazienza.

 I costi personali e politici per lei sono irreparabili.? Chiederà un risarcimento?

Costi certo pesanti sotto tutti i profili. Il “distanziamento sociale” che oggi viviamo a causa dell’emergenza sanitaria covid 19, io l’ho sperimentato già negli anni passati quando per tanti, per fortuna non per tutti, ero considerato un appestato da evitare, avendo tradito – a dire di molti – i miei concittadini. Questo mi addolorava. La salute, grazie a DIO, mi ha assistito in questi lunghi 8 anni, permettendomi di avere la lucidità necessaria per difendermi. Ed ho avuto vicino innanzitutto la famiglia e amici cari che mai mi hanno fatto mancare il loro affetto e la loro stima. E poi i miei legali che mi hanno seguito per anni con grande professionalità e competenza. Devo valutare se vi è la possibilità di eventuali azioni risarcitorie. Sapendo però quanto durano i contenziosi civili in Italia, francamente la cosa non mi appassiona tanto.