“Sono stati destinati ad altri incarichi” i dipendenti del Comune di Siracusa coinvolti nell’inchiesta della Squadra mobile e della Procura di Siracusa sulla compravendita illecita delle cappelle del camposanto culminata con l’arresto del direttore del cimitero di Siracusa, Fabio Morabito e dell’operaio Marco Fazzino.

Nel registro degli indagati ci sono una dipendente dell’ufficio servizi cimiteriali del Comune di Siracusa, un  geometra dipendente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Siracusa e l’allora dirigente comunale del Settore Servizi cimiteriali che è in pensione.

Per quanto concerne i primi due, l’amministrazione di Palazzo Vermexio ha deciso di trasferirli in altri uffici in attesa della definizione della vicenda giudiziaria.

Il carteggio tra gli uffici scoperto dalla polizia

Secondo quanto emerge nell’indagine della Squadra mobile, l’impiegata, dopo il sequestro di una cappella da parte della polizia, avrebbe inviato una nota all’Ufficio Tecnico del Comune allo scopo di scagionare i principali indagati, tra cui il direttore, sostenendo che, prima del provvedimento delle forze dell’ordine, sarebbe stata inviata una richiesta di una relazione di stima dei loculi.

In questo modo, per l’accusa, sia la dipendente sia il direttore, “immutavano artificiosamente lo stato delle cose pertinenti al reato mediante formazione ed artificiosa alterazione dei documenti utili ai fini della prova e, in particolare, della documentazione relativa ai procedimenti di decadenza e stima del monumento funerario”.

L’accusa di falsa testimonianza del geometra del Comune

Per i magistrati ed i poliziotti, la scoperta di quei presunti affari illeciti, svelati dopo la denuncia di una donna, che, nel dicembre del 2019, si accorse della sparizione dei loculi dei suoi parenti più stretti dalla cappella di famiglia, avrebbe spinto gli indagati a coprire quei comportamenti.

Come avrebbe pure fatto il geometra dell’Ufficio tecnico, incaricato delle relazioni di stima delle cappelle ai fini della loro decadenza, che, nel corso di un interrogatorio avrebbe affermato che il direttore del cimitero avrebbe presentato la richiesta una o due settimane prima del sequestro del monumento”. Una dichiarazione ritenuta  falsa dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa, al comando del dirigente, Gabriele Presti.

L’assegnazione senza procedura pubblica

Un ruolo importante, in questa inchiesta, se lo sarebbe ritagliato anche l’allora dirigente comunale del Settore Servizi cimiteriali, ora in pensione, che, in un episodio contestato dagli inquirenti, avrebbe turbato “il procedimento di individuazione del contraente/concessionario della cappella gentilizia procedendo all’affidamento diretto della medesima concessione a… in assenza di qualsivoglia procedura ad evidenza pubblica, imposta dalla delibera di Giunta municipale”.

Cappelle all’asta

Frattanto, l’amministrazione comunale sta provvedendo all’assegnazione di circa 20 cappelle attraverso un’asta pubblica. “Si tratta di cappelle – dice Giovanni Di Lorenzo, delegato del sindaco ai Servizi cimiteriali, peraltro vittima di una intimidazione nel luglio dello scorso anno, culminato con l’esplosione di due colpi d’arma da fuoco contro la sua macchina – per cui è stato completato l’iter di decadenza. Nel maggio prossimo, ci sarà l’asta per altre 71 cappelle”