Il gip del Tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, ha revocato l’incarico ai tre consulenti, Giuseppe Mancini, Alfredo Pini ed Emilio Napoli, nominati consulenti dallo stesso giudice il 6 dicembre dello scorso anno per verificare, attraverso l’incidente probatorio, se il depuratore Ias di Priolo, al centro di un’inchiesta della Procura di Siracusa, ha causato un disastro ambientale.
Nella tesi dei magistrati, l’impianto, sotto sequestro dal giugno del 2022, non sarebbe stato in grado di trattare i fanghi provenienti dal Petrolchimico di Siracusa.
La rimozione trae origine da una relazione della Procura relativa ad un incontro tra Mancini, un manager della Sonatrach, società coinvolta nell’inchiesta ed un imprenditore, quest’ultimo non indagato nell’ambito del procedimento della Procura siracusana, avvenuto nel gennaio scorso.
“Il suddetto incontro – si legge nel provvedimento del gip – incrina profondamente il requisito di terzietà che deve contraddistinguere i periti nello svolgimento dell’incarico”
“Si tratta di un avvenimento – si legge nel provvedimento del gip del Tribunale di Siracusa – di estrema gravità che non consente di ritenere tutte le parti processuali garantite dall’operato di un soggetto che mantiene attuali rapporti con la società Sonatrach, rispetto alla quale, evidentemente, l’accertamento peritale potrebbe essere anche sfavorevole”.
Per il gip, però, alla base della revoca dell’incarico per gli altri due periti, ci sarebbero ragioni connesse alla lentezza nello svolgere gli accertamenti.
Sebbene i fatti “non riguardano gli altri componenti del collegio peritale”, il giudice ha ritenuto che “la valutazione non può, sulla base degli elementi in suo possesso, distinguere le posizioni dei periti in ordine al provvedimento finale che si adotta in questa sede”.
Infatti, secondo il gip del Tribunale di Siracusa “sono mancate da parte di tutti i periti spiegazioni precise , tempestive ed esaurienti circa le difficoltà esecutive in cui è incorso il collegio peritale, l’estrema lentezza nello svolgimento degli accertamenti e la scarsa presenza sui luoghi oggetto dell’indagine peritale e l’assoluta mancanza di spiegazioni al giudice sulle difficoltà riscontrate” si legge nel provvedimento del gip del Tribunale di Siracusa.