Duro affondo della Cgil Siracusa che imputa al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, esponente della Lega, la decisione di realizzare in Piemonte e non in Sicilia l’investimento 4 miliardi della Intel per la costruzione di un impianto di assemblaggio di microchip in grado di occupare circa 2000 lavoratori.

Il caso Intel

Al Governo nazionale, sono arrivate varie candidature, quelle della Sicilia, con Catania, Puglia, Veneto e Piemonte. Che il Piemonte fosse favorito lo scriveva un anno fa il Sole 24 Ore. “A favore del Piemonte è arrivato l’endorsement prima del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che e poi del presidente degli industriali Aldo Bonomi, ma la partita resta aperta” si legge nell’articolo del 7 novembre del quotidiano economico.

Cgil contro la Lega

“Vista da Siracusa ha il sapore amaro di un’ennesima scelta politica antimeridionalista, Ministro in questione, titolare del Mise, è lo stesso che ha per le mani la complessa questione industriale della nostra provincia, ancora irrisolta e in alto mare, il meglio che ci si può aspettare è evitare il peggio” argomenta il segretario della Cgil Siracusa, Roberto Alosi.

La crisi del Petrolchimico di Siracusa

Il riferimento del sindacalista è alla crisi Lukoil, che, dal 5 dicembre, non potrà più acquistare greggio dalla Russia, l’unico che al momento raffina negli stabilimenti di Siracusa, perché alla società Isab-Lukoil sono state negate le linee di credito per comprare petrolio da altri paesi. E’ stato istituito un tavolo interministeriale, per risolvere il problema, ma non ci sono passi in avanti.

Nord contro Sud

“Al Ministro Giorgetti, espressione della Lega di Governo, va ricordato – dice Alosi – che il Sud non è una eccezione dello spazio- tempo in cui purtroppo si sono concentrate tutte le diseguaglianze della nostra società, ma è un posto inserito nei processi di sviluppo a cui questo o altri Governi futuri dovrebbero guardare non in chiave di contrapposizione con il Nord, ma con la necessità di dare credibilità alle politiche per il Sud. Ma oggi pare nessuno si renda conto che con il Sud muore anche l’Italia”.

 

 

 

 

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