Nell’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Catania emerge il ruolo che avrebbe assunto un avvocato del Foro di Siracusa nel veicolare, in favore di un indagato, un immobile al centri di una procedura fallimentare.

Chi è l’avvocato indagato

Il professionista è Gianfranco Vojvodic, 59 anni, originario di Licodia Eubea, a cui il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, Sebastiano Di Giacomo Barbagallo, ha applicato il divieto temporaneo, per la durata di un anno, di esercitare la sua  professione di avvocato, “limitatamente all’esercizio delle funzioni di delegato alle vendite”.

L’immobile in via Necropoli Grotticelle

Dai riscontri dei carabinieri, che hanno portato a termine l’operazione Athena, a Siracusa vi sarebbe stato un interesse per un immobile situato in via Necropoli Grotticelle, a due passi da viale Scala Greca, nella zona nord della città, sottoposta ad un procedura di vendita, la numero 428 del 2014, al Tribunale di Siracusa.

L’interesse del proprietario della casa all’asta

A volere quello stabile, stando a quanto svelato dagli inquirenti, sarebbe stato un indagato, non destinatario di una misura cautelare, molto interessato all’acquisizione: è, infatti, il debitore esecutato, in altre parole il proprietario del bene che sarà venduta all’asta. Secondo quanto prevede una norma, non avrebbe potuto presentare una offerta ma si sarebbe servito del figlio per consentire al familiare di tornare in possesso dell’immobile.

Il ruolo di due arrestati

Non avrebbero potuto fare tutto da soli nella prospettazione dei magistrati e dei carabinieri catanesi, infatti un ruolo importante lo avrebbero avuto due arrestati, Carmelo Olivieri, 44 anni, e Salvatore Emanuele Pennisi, 47 anni, entrambi originari di Paternò, indicati dalla Procura distrettuale antimafia di Catania come esponenti del clan mafioso denominato “Laudani” o “Mussi i ficurinia”.

Allontanavano i concorrenti

I due avrebbero avuto il compito, secondo la tesi dell’accusa, di allontanare gli altri che erano interessati all’acquisizione dell’immobile di viale Necropoli Grotticelle, “inducendoli a desistere dalla presentazione dell’offerta”.

L’aiuto al debitore

Inoltre, l’avvocato del Foro di Siracusa avrebbe offerto la sua disponibilità a consentire la presenza di Pennisi nelle operazioni di vendita ma, da quanto emerge nelle indagini,  lo stesso professionista si sarebbe impegnato ad informare il proprietario dell’immobile e Pennisi di “eventuali ulteriori offerte”, inoltre avrebbe aiutato il debitore a preparare l’offerta a nome del figlio.

I soldi

E poi c’è la questione dei soldi: i magistrati ritengono che l’avvocato si sarebbe fatto promettere dal proprietario dell’immobile messo all’asta e da Pennisi la consegna di una somma “di denaro in contanti di importo imprecisato”.