“Ho temuto per la mia incolumità mia e quella della mia famiglia dopo le minacce ricevute”. Lo ha detto in tribunale, nell’aula della Corte di Assise di Siracusa, Luca Cannata, sindaco di Avola, nel corso del processo Eclipse su mafia, estorsioni, droga ed armi che vede alla sbarra 7 persone. (Paolo Zuppardo, Monica Campisi, Giuseppe Capozio Junior, Concetta Cavarra, Vincenzo Di Stefano,  Paolo Liotta e Davide Nobile)

Cannata si è costituito parte civile a seguito delle minacce rivolte il 25 marzo del 2017 su Facebook da uno degli imputati, Paolo Zuppardo, 43 anni, indicato dai magistrati della Dda di Catania come un personaggio vicino al clan mafioso Crapula di Avola, capace di controllare le attività illecite della zona.

Nel corso della sua testimonianza, Cannata ha ricondotto quei messaggi di Zuppardo (“Ti prometto il giorno che ti dimetti sarai il primo a mandarti in ospedale…e te lo giuro davanti a tutti”) dopo essersi rifiutato di intercedere per il suo reintegro in una azienda privata. E temendo per la sua incolumità, decise di sporgere denuncia.

“Credo sia questa la ragione di quei messaggi – ha detto Luca Cannata rispondendo alle domande del pm della Direzione distrettuale antimafia –  ed in seguito Zuppardo ha avuto comportamenti ostili. In occasione della campagna elettorale per le mia rielezione con il lancio di volantini ma poi ricordo che ha inveito contro di me in prossimità di un seggio”.  Nella ricostruzione del sindaco, non ci sarebbero stati rapporti con Paolo Zuppardo, che conosceva da anni in quanto amico di infanzia del fratello e per i suoi trascorsi giudiziari. E, come emerso nella sua testimonianza, in quelle poche occasioni di confronto non sarebbe andata bene, anzi il sindaco avrebbe subito comportamenti poco piacevoli.

Nel corso del controesame, uno dei legali dell’imputato, l’avvocato Natale Vaccarisi (l’altro è Antonino Campisi), ha incalzato il sindaco in merito agli incontri avuti con Paolo Zuppardo dopo quei post su Facebook.  In particolare, il difensore ha ricordato la circostanza di un colloquio tra i due, avvenuto nel periodo compreso tra la rielezione di Cannata, l’11 giugno del 2017 e l’arresto di Paolo Zuppardo, verificatosi nella prima decade di luglio. In quella circostanza, come riferito dal difensore, Zuppardo avrebbe chiesto al sindaco di celebrare il matrimonio civile con la sua compagna.

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