I terreni dove dovrebbe sorgere l’impianto di Tmb a Melilli “sono del nipote del sindaco Carta e del fratello dell’ assessore Caruso”. Lo afferma Antonio Annino, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, che, negli anni scorsi, è stato candidato a sindaco di Melilli, scranno detenuto da Peppe Carta dal 2017, eletto nel settembre del 2022 deputato regionale sotto le insegne del Mpa.

La difesa di Carta

Un attacco, attraverso una diretta sui social, a poche ore di distanza dal video messaggio di Carta, che ha respinto le accuse di una speculazione economica attorno alla realizzazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti, precisando che nella porzione di terreno nella disponibilità del nipote è previsto altro, in particolare un impianto fotovoltaico.

La ricostruzione con i documenti

Annino, nella sua articolata ricostruzione, ha mostrato degli atti, delibere di giunta e del Consiglio comunale, tese a smentire le tesi di Carta.  E per riannodare tutti i fili, il dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, svela le documentazioni in ordine cronologico.

La delibera ed i 100 mila metri quadrati per l’impianto

Il primo passo, in questa vicenda, è la delibera di giunta del 18 aprile del 2024 in cui “viene  approvato il progetto preliminare del Tmb” anche se il sindaco Carta, in quell’occasione “era assente. Peraltro, l’esponente di FdI, precisa che quest’opera era “già inserita nel piano Triennale delle opere pubbliche” ed aggiunge un altro particolare importante, cioè che per “la realizzazione di questo impianto sono necessari 100 mila metri quadrati”.

L’asta ed i 2 soci

L’altro passaggio chiave nell’analisi di Annino è l’acquisizione dei terreni all’asta della Costruzioni Sud avvenuta nel novembre dello scorso anno. Carta, nel suo video, ha spiegato che a rilevarli è stata una “compagine” in cui c’era anche “il mio parente”. Su questo aspetto, il dirigente di Fratelli d’Italia usa la sciabola piuttosto che il fioretto. “Va detto che Carta – ha spiegato Annino – ha prima smentito che vi fosse un suo parente in questo operazione salvo poi confermarlo. E’ il figlio della sorella ed è un imprenditore, altro che operaio”. Annino ritiene che sia improprio parlare di una compagine, in quanto “i 2 soci sono il nipote di Carta ed il fratello dell’assessore: sono loro che hanno acquistato il terreno” assicura Annino.

La delibera del Consiglio comunale e l’avviso pubblico

L’esponente di Fratelli d’Italia elenca altri due passaggi chiave che, a suo avviso, chiuderebbero il cerchio attorno a questa storia. Il primo è la delibera del Consiglio comunale, risalente al 31 marzo scorso, “in cui viene approvato lo schema di accordo quadro” e poi il secondo, il più importante per Annino,  che coincide con l’avviso pubblico “del 16 maggio del 2025 per l’individuazione di un terreno di 20 mila metri quadrati” destinati al Tmb.

I 20 mila metri quadrati

“Perché nell’avviso di parla di 20 mila metri quadrati quando per l’impianto servirebbero 100 mila metri quadrati”? chiede il dirigente meloniano. Lo stesso spiega che “il nipote di Carta e dal fratello dell’assessore Caruso” hanno acquisito all’asta un terreno con quella metratura.

“Per gli espropri saranno usati i fondi di Coesione”

Nel suo videomessaggio, il sindaco di Melilli e parlamentare regionale ha sostenuto di aver chiesto agli uffici del Comune se vi fossero pratiche avviate per gli espropri, ricevendo risposte negative. Il dirigente di Fratelli d’Italia smentisce Carta, sostenendo che per l’acquisizione dei terreni dei privati, attraverso l’esproprio, saranno usati i Fondi europei per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027, gli stessi che serviranno per la realizzazione dell’intero impianto di Tmb: un’operazione complessiva che ammonta a poco meno di 35 milioni di euro.

I dubbi sulla gestione

Infine, l’esponente di FdI, che accusa Carta di averci ripensato sugli impianti di rifiuti nel territorio di Melilli, solleva perplessità sulla gestione. “Intanto, non è vero che il Tmb non inquina, al punto che sono necessarie la Valutazione di impatto ambientale e la Valutazione ambientale strategica, ma manca un business plan per il funzionamento e la gestione dell’impianto”.