“Nessuna pressione nei confronti del dirigente dell’Ufficio genio civile di Siracusa ma solo una telefonata di chiarimento”. Lo afferma il sindaco di Avola, Luca Cannata, poco dopo il suo interrogatorio, al palazzo di giustizia di Siracusa, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Siracusa, denominata “Tutti a t’Avola”, per truffa, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e falso ideologico al Comune di Avola.

Sono 18 gli indagati, tra cui il primo cittadino, a cui, però, è contestato il falso ideologico  per aver fatto “indebite pressioni” al Genio Civile di Siracusa  “ai fini del rilascio dell’autorizzazione, nonostante l’incompletezza della documentazione a supporto”, relativamente al progetto di manutenzione e intervento di bonifica e riqualificazione ambientale di Mare  Vecchio.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia di Avola, in quel periodo diretto dal dirigente Fabio Aurilio,  il funzionario responsabile del procedimento dell’Ufficio del Genio civile, Giuseppe D’Urso, non avrebbe voluto concedere l’autorizzazione ai lavori senza una consulenza di un geologo. E lo avrebbe fatto presente, in una telefonata, avvenuta il 5 aprile del 2016 all’assessore comunale di Avola, Simona Loreto, che poi informò il sindaco, Luca Cannata. Per gli investigatori, il primo cittadino avrebbe successivamente telefonato al dirigente dell’Ufficio genio civile di Siracusa, Natale Zuccarello per tentare di stoppare il funzionario. Una tesi smentita dal sindaco di Avola.

“Mi sono arrabbiato – spiega Cannata al termine del suo interrogatorio – perché D’Urso ha chiamato l’assessore senza alcuna ragione, in quanto avrebbe dovuto rivolgersi ai nostri uffici. E’ stata una telefonata molto strana, peraltro l’amministrazione sarebbe stata in grado di produrre quella relazione geologica, non ci sarebbe stato alcun problema come ho ribadito agli inquirenti. Quando l’assessore mi ha riferito di questa richiesta, sono rimasto sorpreso, ed a quel punto ho sentito Natale Zuccarello per dirgli di attenzionare i suoi uffici per capire cosa stesse accadendo all’interno della sua struttura”. Insomma, per il sindaco non ci sarebbe stata alcuna pressione ma solo una richiesta di chiarimento, come ha ribadito oggi al pm di Siracusa, Tommaso Pagano, titolare del fascicolo di inchiesta.

Ma nella relazione della polizia di Avola, inviata alla Procura di Siracusa, è indicato che il 15 aprile del 2016, Zuccarello “dopo aver avocato a se la pratica esautorando il dottor D’Urso firmerà l’autorizzazione sismica consentendo così l’avvio dei lavori di riqualificazione della zona di Mare Vecchio”.

Queste le due versioni, da una parte il sindaco, difeso dall’avvocato Ezechia Paolo Reale, dall’altra la tesi degli inquirenti ma l’ultima parola spetterà al gup del tribunale di Siracusa che dovrà decidere se disporre o meno il processo.