I giudici della Corte di Assise di Siracusa hanno assolto dall’accusa di omicidio Giancarlo De Benedictis, siracusano, finito sotto processo per la morte di Angelo De Simone, il 27enne siracusano trovato morto impiccato nella sua abitazione nel novembre del 2016.

Le richieste della Procura

La Pubblica accusa, rappresentata in aula dal Procuratore, Sabrina Gambino, al termine della sua requisitoria, aveva sollecitato la pena dell’ergastolo nei confronti dell’imputato (difeso dall’avvocato Sebastiano Troia), coinvolto in alcune inchieste sul traffico di droga ed indicato dalla Dda di Catania come uno degli esponenti di spicco del gruppo denominato Bronx.

Le due archiviazioni

Una storia complessa quella legata al decesso di De Simone, bollato subito come suicidio, al punto che, per ben due volte, la Procura chiese l’archiviazione ma la determinazione della madre del ragazzo, Patrizia Ninelli rappresentata dall’avvocato David Buscemi, spinsero gli inquirenti a disporre la riesumazione della salma al termine della quale i magistrati si convinsero della tesi dell’omicidio.

Le accuse ed il movente

Insomma, nella ricostruzione della Procura venne inscenato un suicidio per nascondere un delitto commesso, sempre per gli investigatori da Giancarlo De Benedictis e da Luigi Cavarra, ex affiliato dal clan Bottaro-Attanasio, deceduto negli anni scorsi. In merito al movente, se ne sarebbero ipotizzati due: un regolamento di conti legato al traffico di droga e una presunta relazione sentimentale tra la vittima ed una donna, in quel periodo legata sentimentalmente, all’imputato.

Imputato ha sempre negato suo coinvolgimento

Da parte sua, De Benedictis ha sempre negato ogni addebito, proclamandosi innocente. Eppure, gli inquirenti hanno portato in aula le testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, uno in particolare, Graziano Urso, avrebbe riferito di aver visto l’imputato e Cavarra nei pressi della casa della vittima in concomitanza con la tragica scomparsa di De Simone. Ha anche testimoniato, Francesco Cesco Capodieci, ex ras del Bronx, nel periodo in cui era collaboratore di giustizia, che, però, disse di non aver mai saputo nulla del coinvolgimento del suo ex sodale.