Le diffidenze sul Salva Isab, passato con un emendamento della parlamentare Stefania Prestigiacomo, non sono solo di Confindustria Siracusa. La Cgil, con il suo segretario, teme che il tavolo interministeriale, frutto di quell’emendamento, possa essere un passaggio politico interlocutorio, sebbene “introduca  un elemento
di prudente apertura rispetto ad uno scenario industriale estremamente complesso” spiega il segretario della Cgil Siracusa, Roberto Alosi.

La Cgil sul tavolo del Governo

“Tuttavia – prosegue Alosi, commentando il tavolo interministeriale che dovrebbe discutere di come salvare Lukoil e tutto il Petrolchimico di Siracusa –  è inusuale e del tutto singolare che la semplice richiesta di attivare un tavolo
interministeriale di confronto, finalizzato alla ricerca di soluzioni praticabili, debba passare attraverso un emendamento approvato addirittura dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati come se il diritto di un territorio ( meridionale) ad una interlocuzione con il Governo nazionale su un tema strategico di tale rilevanza debba essere conquistato addirittura da un’intera Commissione parlamentare”.

Il pressing su Draghi

Il segretario della Cgil Siracusa evidenzia il silenzio del Governo nazionale su ciò che intende fare nel Petrolchimico e più in generale che politica industriale intende intraprendere.

” Da mesi chiediamo – dice Alosi – di sapere quali scelte di politica industriale intende mettere in campo il Governo per il nostro insediamento petrolchimico, quale ruolo intende giocare l’Eni, il più importante player di Stato fino ad oggi autentico convitato di pietra, in che modo il Governo intende affrontare la rigenerazione industriale nella direzione della decarbonizzazione, del risanamento ambientale, delle bonifiche e del riutilizzo dei luoghi”.

Pronti a nuova mobilitazione

Il 10 giugno scorso, la Cgil ha organizzato una manifestazione davanti alla raffineria Lukoil per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della questione Lukoil, che tra embargo al petrolio russo e chiusura delle linee di credito per acquistare altro greggio, rischia la chiusura.

“Lo abbiamo fatto il 10 giugno scorso con una grande e partecipata manifestazione nell’area industriale e, in assenza di risposte convincenti dalla politica e dal Governo, intensificheremo e allargheremo le alleanze e la protesta cittadina nelle prossime settimane” conclude Alosi.

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