Riconvertire, con i fondi della Transizione energetica, gli impianti del Petrolchimico di Siracusa e salvare 10 mila posti di lavoro.

La protesta della Cgil

E’ la proposta della Cgil che, stamane, ha organizzato una manifestazione davanti ai cancelli delle raffinerie della zona industriale, minacciata da una crisi  che rischia di travolgere tutto il settore.

La crisi del settore petrolifero

Se da un lato non ci sono fondi, né nel PNRR né nella Transizione energetica per le aziende petrolifere dopo la decisione dell’UE e del Governo italiano di puntare tutto sull’energia verde abbandonando il fossile, dall’altro ci sono l’embargo alle importazioni del greggio russo ed il blocco al credito alla Isab Lukoil, che è il cuore pulsante del Petrolchimico. La conseguenza sarà la chiusura della zona industriale che avrà effetti non solo sull’economia siracusana ma anche su quella siciliana.

La proposta della Cgil

“Il petrolchimico- ha sostenuto Giacomo Rota, segretario generale della Filctem Cgil Sicilia- è un asset economico fondamentale che va tutelato sia dagli effetti della guerra sia facendo sì che transizione energetica lo riconverta non mettendo a rischio i suoi 10 mila posti di lavoro”.

Gli altri punti

Per la Cgil ci sono altre vie di uscita o meglio delle strade alternative, tra cui la riconversione delle aree dismesse, le bonifiche. Inoltre, il sindacato chiede anche di riportare in mani pubbliche la gestione delle aree di Punta Cugno e Marina di Melilli dove un tempo si realizzavano le piattaforme petrolifere.

La questione dell’idrogeno

“E’ una sfida di ampia portata- ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino dal palco della manifestazione- una battaglia che riguarda non solo Siracusa ma la Sicilia tutta e l’intero Mezzogiorno che, in assenza di risposte, rischiano la desertificazione industriale. La vicenda dei progetti sull’idrogeno che vede attualmente la Sicilia esclusa- ha aggiunto- è emblematica dell’inadeguatezza della politica regionale e del disinteresse di quella nazionale. Come sindacato serreremo le fila e alzeremo il livello della pressione per ottenere risultati che diano prospettive all’area di Siracusa e all’intera Sicilia, il governo nazionale deve dare risposte positive al dramma e al grido di dolore che emerge da questa manifestazione”.

Investimenti pubblici

“Occorre procedere con investimenti – ha detto Emilio Miceli, segretario confederale della Cgil nazionale- Il governo si preoccupi, a partire dalla prossima finanziaria, di rilanciare gli investimenti pubblici e di sollecitare le grandi imprese, a partire dalle sue, a cambiare i propri piani industriali adeguandoli alla nuova situazione. Non è possibile che tutto cambi, tranne che per le imprese”.