“La raffineria Isab Lukoil di Priolo rischia di fermarsi, portandosi nel baratro tutto il polo petrolchimico di Priolo, il tessuto economico della provincia di Siracusa e 10 mila posti di lavoro. A seguito delle ultime sanzioni verso la Russia, i cittadini siracusani rischiano di pagarne ingiustamente le spese”. Lo afferma l’eurodeputato Ignazio Corrao in relazione alla situazione della raffineria di Isab di Priolo in vista dello sciopero generale di domani 18 Novembre indetto dai sindacati.

Intervenga Commissione Ue

“La Commissione Ue dica chiaramente ai lavoratori che domani saranno in sciopero, come intende tutelarli. Il Governo patriottico garantisca i posti di lavoro in Sicilia ma anche il risanamento ambientale” prosegue l’eurodeputato per cui “le sanzioni alla Russia e la chiusura del credito da parte delle banche  – spiega Corrao – hanno messo in ginocchio la raffineria Lukoil di Priolo, che rappresenta un pezzo importante dell’economia non solo locale ma anche nazionale. Dal 6 dicembre, per effetto dell’embargo alla Russia, rischia di chiudere e portarsi all’inferno 10 mila lavoratori”.

Petrolchimico diventi questione europea

Secondo Corrado, “il Petrolchimico di Siracusa è un caso da trattare necessariamente anche in sede europea, non solo nazionale. Per questo ho chiesto alla Commissione Ue di spiegare ai lavoratori siciliani che domani saranno in sciopero come intende intervenire per tutelarli e se ha previsto specifiche compensazioni per settori strategici europei colpiti dalle sanzioni”.

No allo sciopero, le ragioni della Uil

La Uil assicura che il sindacato non è spaccato attorno alla vicenda Lukoil anche se domani non prenderà parte alla marcia per il Petrolchimico a Siracusa organizzato da Cgil e Cisl ma organizzerà un presidio davanti alla sede del Mise, a Roma, dove, nello stesso giorno, il Governo discuterà del futuro della Lukoil. Nella mattinata di oggi, la Uil, come annunciato nei giorni scorsi, ha scelto di parlare ai lavoratori nel corso di un’assemblea, durata poco meno di due ore in cui sono stati spiegati i motivi per cui si è deciso di non partecipare allo sciopero, a cui, invece, hanno aderito le associazioni di categoria ed i partiti di Centrosinistra, con Pd, Azione, Italia Viva in testa.

“Nessuno parli di sindacato diviso, solo visioni differenti su come manifestare” spiegano dalla Uil. Ed ancora: “Noi porteremo la voce- afferma la Uil –  dei lavoratori a Roma, coerenti con la tradizione del sindacato siracusano, perché questa area industriale è un asset strategico per il Paese. In considerazione della convocazione al Mise, abbiamo deciso di sospendere la nostra partecipazione allo sciopero ma, in linea con il documento unitario che abbiamo sottoscritto e facciamo ancora adesso nostro, andremo nelle sedi istituzionali per rivendicare soluzioni strutturali”

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