C’è stato un momento, a Lentini, in cui le estorsioni hanno subito una brusca frenata. Colpa dei problemi all’interno della cosca Nardo, scossa dalle operazioni antimafia e dalla detenzione di alcuni esponenti di spicco ma, secondo i carabinieri ed i magistrati della Dda di Catania, Antonino Guercio, raccogliendo il testimone di Pippo Gentile, avrebbe riorganizzato il gruppo, soprattutto nel campo  delle estorsioni. E’ quanto emerge nell’inchiesta Agorà, culminata nei giorni scorsi con 56 misure cautelari ai danni delle cosche catanesi e della famiglia Nardo di Lentini.

Il modus operandi

Il modus operandi di Guercio nella gestione delle estorsioni, secondo gli inquirenti “prevedeva il “recupero” dei
commercianti che prima corrispondevano il pizzo al clan, ma che nel corso del tempo avevano smesso di pagare a causa dei numerosi capovolgimenti al vertice dell’organizzazione mafiosa” si legge nell’ordinanza dei magistrati della Dda e dei carabinieri.

I furti per chiedere poi il pizzo

Inoltre, Guercio,  attraverso il responsabile del territorio o uno degli affiliati, “inviava la richiesta estorsiva al titolare dell’esercizio commerciale che in precedenza aveva già pagato”.

Invece, per le nuove attività commerciali da mettere sotto il controllo dell’organizzazione, “veniva utilizzava una strategia differente: Guercio ordinava la commissione di furti o piccoli danneggiamenti alla nuova attività, inducendo così il proprietario a rivolgersi a lui o a uno dei suo referenti per evitare ulteriori danneggiamenti o furti”.

I compiti

Da quanto risulta dalle indagini, Guercio avrebbe ordinato a Sebastiano Basso, a volte coadiuvato da Rosario Ciaffaglione, di recarsi presso alcune aziende, “al fine di fare delle estorsioni per nome e per conto del clan Nardo”. Inoltre, “tra queste aziende vi erano anche la ditta di Giarratana, che si occupa della raccolta dei rifiuti anche nel comune di Vizzini”

Le dichiarazioni del pentito

Sulla successione nelle gestione del clan Nardo, da Pippo Gentile ad Antonio Guercio, ne ha parlato il neo collaboratore di giustizia Francesco Guttuso, che operava nella zona di Scordia.

“Io iniziai così a rifornirmi – si legge nelle deposizioni di Guttuso – di droga da Antonio, in particolare il primo carico di marjuana io l’ho fatto a casa di Antonio, che è sita a Lentini e precisamente dove Antonio ha un bar di fronte a un distributore di benzina alla terza traversa, percorrendo la strada per uscire da Lentini. In quest’occasione, io seppi che Antonio era Antonio Guercio, come lessi sul citofono e anche capì dalle inziali sulla porta e che mi disse che era il nuovo responsabile per i Nardo su Lentini, nel senso che comandava lui su Lentini e che io da quel momento dovevo fare riferimento a lui”.

 

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