Gli agguati, perlopiù a colpi d’arma da fuoco, che, da qualche mese, si ripetono a Lentini avrebbero una matrice: lo scontro tra gli esponenti storici del clan Nardo e le nuove leve.
I contrasti per lo spaccio
Al centro dei contrasti, ci sarebbe lo spaccio di droga, da sempre sotto la gestione della cosca, legata da una storica alleanza con la famiglia Santapaola di Catania. Ci sono, però, le nuove leve, che, approfittando della carcerazione di alcuni pezzi grossi della consorteria, avrebbero alzato la testa, aumentando i loro traffici ma la fine del periodo di detenzione di qualche esponente della vecchia guardia avrebbe esasperato gli animi.
Scontro tra giovani e vecchia guardia del clan
Insomma, mentre i “giovani” chiedono spazio, i “vecchi” pretendono il rispetto degli equilibri consolidati da anni di dominio della cosca lentinese. Una situazione preoccupante, soprattutto per il timore di una escalation, per cui il caso Lentini è stato discusso in Prefettura, a Siracusa, in occasione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Vertice in Prefettura
” L’incontro era stato concordato anche a seguito dei recenti fatti criminosi che hanno interessato il territorio lentinese, i cui autori sono stati immediatamente individuati, grazie alle efficaci indagini condotte dalle Forze dell’ordine e coordinate dalla Magistratura” si legge nel comunicato della Prefettura di Siracusa.
Aumento dei controlli
Le preoccupazioni, anche da parte delle istituzioni, ci sono, per questo si è deciso di aumentare i controlli nella zona nord del Siracusano. “Sotto il profilo della prevenzione, nel corso della riunione, si è convenuto – spiegano dalla Prefettura di Siracusa – di mantenere il rafforzamento del dispositivo di controllo del territorio, già in atto con militari dell’Arma e che, a breve, sarà ulteriormente integrato con 5 unità della Polizia di Stato”.
Inoltre, “è stata valutata l’opportunità – scrive il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto – di prevedere appositi strumenti di tutela da qualsiasi tentativo di ingerenza da parte della criminalità organizzata mafiosa di tali risorse pubbliche, ove effettivamente erogate”.
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