• Condanna definitiva per una madre siracusana accusata di maltrattamenti in famiglia
  • Avrebbe chiuso i casa i suoi 3 figli minori liberati poi dai carabinieri
  • E’ stata condotta nel carcere di Agrigento

E’ stata condannata, in via definitiva, a 2 anni e 6 mesi di reclusione, una donna di 46 anni, del Siracusano, accusata di maltrattamenti in famiglia, commessi a partire dall’inizio del 2017 fino al giugno dell’anno successivo. E’ stato emesso nei confronti della madre un provvedimento di custodia cautelare in carcere che è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Augusta: la donna è stata accompagnata nel penitenziario di Agrigento dove sconterà la sua pena

“Maltrattamenti ai 3 figli minori”

La vicenda giudiziaria trae origine da una segnalazione dei vicini di casa della donna che, in alcune circostanze, avrebbe chiuso a casa i suoi 3 figli minori. I piccoli sarebbero rimasti da soli ed i loro pianti avrebbero atterrito i condomini, preoccupati per la loro sorte. E così sono stati avvertiti i carabinieri che, in quell’occasione, sfondarono la porta di ingresso dell’appartamento liberando i figli, piuttosto spaventati.

Figli in affidamento

A seguito di quella vicenda, i figli sarebbero stati affidate ad altre persone, in quanto sarebbe emersa l’incapacità della madre di poter accudire ed educare i bambini. La donna, secondo le informazioni degli inquirenti, sarebbe andata su tutte le furie, non avrebbe accettato questa decisione, per cui avrebbe deciso di prendersela con gli affidatari. Si sarebbe resa responsabile di atti persecutori nei loro confronti: li avrebbe costretti a vivere in un perenne stato di ansia, come emergerebbe nelle relazioni delle forze dell’ordine che si sono occupati di questo caso.

Il giudizio

Naturalmente, la vicenda è finita al palazzo di giustizia di Siracusa e ne è scaturito un procedimento giudiziario a carico della madre che ha rimediato la condanna, diventata, nei giorni scorsi, definitiva. Si aspettava che prima o poi i carabinieri avrebbero bussato alla sua porta e così è stato: ha avuto il tempo di prendere con se gli effetti personali e poi è stata trasferita nel penitenziario agrigentino.