Un’omelia in difesa dei poveri e dei migranti che lasciano il proprio paese, devastato da carestia e miseria, quella dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice in occasione delle celebrazioni per ricordare il sessantasettesimo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa.

” Sono in mezzo a voi e arrivo da Palermo. E qui, davanti a Maria piangente, non – ha detto nel corso della sua omelia a Siracusa l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice –  posso distrarre i miei occhi da quel Calvario, simbolo di ogni Calvario, che oggi si chiama Mare Mediterraneo. Un Calvario che li riassume tutti, che li assume tutti. Per questo, care Sorelle, cari Fratelli, noi non possiamo tacere! Non possiamo tacere mentre il demone del razzismo, dell’esclusione dell’altro, della politica intesa come arte della divisione e della separazione sembra prendere il sopravvento, mentre sentiamo forte il rischio che la pandemia non ci abbia insegnato nulla e che torniamo a pensare ad un mondo fratturato, tagliato in due, diviso tra gli umani e la madre Terra, tra i ricchi e i poveri, tra Nord e Sud, tra gli italiani e gli stranieri, tra i turisti e i migranti”.

Ed ancora: “Maria piange come Rachele per tutti i figli annegati e mescola le sue lacrime a quelle del Mediterraneo, impotente e attonito di fronte ad un olocausto epocale, ad un eccidio di massa. È Maria piangente che stasera leva la sua voce e chiede a tutti i responsabili delle nazioni, a tutti i politici dell’Occidente, di ogni colore politico, di centro, di destra, di sinistra, non importa (a maggior ragione se si professano cristiani!) Maria chiede a tutti: “e se queste donne, se questi bambini, se questi uomini annegati fossero tuoi figli, fossero vostri figli? Che cosa fareste? Come reagireste? Io – dice Maria – piango, verso Lacrime di immenso dolore di fronte alla morte dei miei figli e alla vostra indifferenza”