Sono state depositate le conclusioni dei consulenti della Procura di Siracusa che hanno eseguito l’autopsia sulla salma di Evan Giulio Lo Piccolo, il bimbo di un anno e mezzo di Rosolini morto il 17 agosto scorso, per cui sono indagati per omicidio e maltrattamenti Letizia Spatola, 24 anni, la madre della vittima, e il compagno Salvatore Blanco, 31 anni. Secondo la ricostruzione dei magistrati, l’uomo si sarebbe reso responsabile delle violenze ai danni del bimbo mentre la madre, per paura, avrebbe scelto di tenere nascosti questi episodi.
Nella relazione dei periti, Giovanni Bartoloni, Francesca Berlich e Massimo Furnari, come riportato dall’AGI, il minore “è morto per una grave insufficienza cardio-respiratoria da broncopolmonite da aspirazione”, presumibilmente causata dalle lesioni subite.
Nella loro relazione, i consulenti spiegano innanzitutto che i medici del Pronto soccorso dell’ospedale di Modica, dove il bimbo era arrivato in ambulanza, avevano rilevato che “il minore presentava vistose ecchimosi sia sull’arcata sopraciliare sinistra, sia all’altezza della schiena ed evidenziavano un solco sul collo, riconducibile verosimilmente a segni di violenza”.
La Tac, eseguita nelle ore successive al decesso ha svelato “la presenza di pregressa frattura al terzo medio della clavicola sinistra” e mostrato “esiti di fratture” alle costole svelano i periti
Per i consulenti, Evan è deceduto per una broncopolmonite da aspirazione, una patologia che “si riscontra in alcuni pazienti affetti da sindromi e malattie neurologiche, tra cui la sclerosi multipla, l’ictus cerebrale, la malattia di Alzheimer e l’ubriachezza”. Secondo i periti, il piccolo Evan non rientra in nessuna di queste fattispecie, per cui “è possibile ipotizzare che le cause potrebbero essere riconducibili a frequenti e ravvicinati episodi di perdita di coscienza del soggetto”.
“Tenendo conto della lesività traumatica (recente e pregressa) evidenziata sul cadavere”, “è possibile ipotizzare che gli episodi di perdita di coscienza siano conseguiti ai più recenti traumi subiti e/o a verosimili compressioni del collo, queste ultime tali da indurre una temporanea ma significativa ipossia cerebrale”, concludono i consulenti.