Sono stati convalidati i fermi a carico di Marco Accarpio e Salvatore Cannata, i due cognati accusati di aver scatenato un incendio in una casa, a Noto, culminato con la tragica morte di un 36enne, Vincenzo Blanco. La decisione è stata assunta dal gip del Tribunale, Francesco Alligo, al termine dell’udienza di convalida al palazzo di giustizia di viale Santa Panagia.
Interrogatorio in Tribunale
I due indagati, entrambi difesi dall’avvocato Antonio Meduri, nel corso dell’udienza di convalida della misura cautelare, si sono avvalsi stamane della facoltà di non rispondere e per loro il difensore aveva chiesto la scarcerazione “per mancanza di indizi di colpevolezza”.
Fuga all’estero
Il fermo per Accarpio e Cannata era stato emesso perché dalle intercettazioni gli inquirenti avrebbero captato che i due stavano per andarsene da Noto ed avrebbero individuato una città della Germania come luogo in cui trasferirsi.
Droga come possibile movente
Nella tesi del magistrato e dei poliziotti del commissariato di polizia di Noto, il vero obiettivo dei 2 cognati sarebbe stato il fratello della vittima, in quanto vi sarebbe stato un contrasto legato ad un debito di droga. Da qui, la decisione di dargli una lezione, per cui avrebbero deciso di appiccare le fiamme all’abitazione in ronco Bracciano dove i due fratelli vivevano.
Morto per errore
Il trentaseienne si sarebbe trovato al primo piano, il fratello al pianterreno, da cui si sono originate le fiamme che, tragicamente, si sono propagate verso l’alto. Blanco, come sostenuto dalla polizia, sarebbe rimasto intossicato e questo gli avrebbe impedito di mettersi in salvo, anzi avrebbe anche provato a spegnere le fiamme: un particolare che le forze dell’ordine desumono dal secchio trovato accanto alla salma.
Minori indagati
Nel registro degli indagati ci sono anche 2 minorenni e secondo la ricostruzione del sostituto della Procura di Siracusa Marco Dragonetti, che coordina le indagini della polizia di Noto, avrebbero avuto un ruolo nell’attentato culminato in tragedia.
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