La scena ormai si ripete ogni settimana, quando al Porto di Siracusa approda una nave da crociera: numerose apecar con conducenti senza uno straccio di licenza, che attendono i passeggeri per il trasporto in Ortigia.

La denuncia

“Sono quasi tutti abusivi – denuncia il proprietario di un calessino dotato di licenza – che penalizzano soprattutto quelli come noi, che abbiamo licenze ed autorizzazioni”. Il problema è ormai noto, troppi gli abusivi che operano in questo settore, privo di una vera regolamentazione, più volte annunciata dal Comune di Siracusa. In piena estate, sono stati gli stessi abusivi a chiedere di entrare nella sfera della legalità, al punto da organizzare una manifestazione in piazza Archimede, davanti alla sede della Prefettura di Siracusa.

I terminal degli abusivi

Proprio piazza Archimede è uno dei “terminal” dei titolari delle Apecar per via del fatto che è una delle tappe preferite dei visitatori. Sulla sosta al molo Sant’Antonio, dove arrivano le navi da crociera, sorprende, però, come gli abusivi riescano ad entrare, eludendo i controlli della Capitaneria di Porto.

Le indagini dei carabinieri

Ad indagare  sono i carabinieri di Ortigia, che, nei mesi scorsi, hanno proceduto al sequestro di alcuni mezzi ma si tratta di un fenomeno ormai dilagante, probabilmente per il volume di affari che sviluppa, senza contare che i profitti sono maggiorati perché incamerati in nero. Ed i soldi, insieme alla concorrenza, piuttosto accesa, scatenò nella scorsa Pasqua una rissa tra due fazioni concorrenti. Una vicenda che si concluse con l’arresto di 5 persone, poi rimesse in libertà nelle ore successive dal Tribunale di Siracusa, che, però, dovranno affrontare un processo.

La protesta delle guide turistiche

A lamentarsi di questo dilagante abusivismo sono anche le associazioni in rappresentanza delle guide turistiche che, nel corso di un incontro con il prefetto, Giusi Scaduto, hanno rilevato che, sia nel servizio dei calessini sia in quello delle escursioni con le barche, ci sarebbero guide improvvisate, senza alcuna preparazione e senza licenza.