Altro che stalker, anzi un siracusano che ha rimediato un ammonimento da parte del questore era solo preoccupato per la sorte dei suoi figli. A certificarlo è una sentenza emessa dal Tar di Catania che ha accolto il ricorso dell’uomo, destinatario della misura di prevenzione amministrativa dopo le segnalazione dell’ex moglie sui suoi presunti comportamenti persecutori.

Gli appostamenti

Uno dei nodi sollevati dai legali del ricorrente è relativo ad un episodio avvenuto nei mesi scorsi, in prossimità di Pasqua, esattamente il 21 aprile. Se per la donna, l’ex consorte l’avrebbe seguita con relativi appostamenti, l’uomo, a sua volta, ha spiegato che, seppur non vi fossero provvedimenti relativi all’affidamento dei figli, la donna gli avrebbe impedito di incontrare i bambini per consegnare loro i regali.

Le preoccupazioni per i figli

Nella sua ricostruzione, la donna avrebbe riferito agli agenti di polizia delle attenzioni morbose dell’uomo verso sue nuove frequentazioni, nel ricorso, invece, l’ex marito ha sostanzialmente ammesso di essersi interessato ma per l’esigenza  di tutelare i tre figli da temute frequentazioni “poco rispettabili e non da una diversa volontà di impedire nuove relazioni o di riallacciare il precedente rapporto coniugale”.

Le minacce

Peraltro, l’ex marito ha riferito di un episodio, avvenuto il 7 luglio scorso, in cui sarebbe stato minacciato, durante un incontro in un parco giochi con i figli, da un conoscente della moglie con precedenti penali, che è stato poi querelato.

L’allontanamento in un’altra Regione con i figli

Lo stesso ex marito ha spiegato ai giudici del Tar di un recente allontanamento della donna “che avrebbe condotto i figli in altra regione senza aver previamente avvisato il marito, provocandone una reazione di preoccupazione”.

La questura di Siracusa

Come si evidenzia nella sentenza del Tar, il Questore di Siracusa ha ritenuto il ricorrente responsabile di “atti persecutori, posti in essere a seguito della conclusione della relazione coniugale, consistenti in: invio di numerosi messaggi, pedinamenti e appostamenti” nei confronti del coniuge.

La decisione

Al termine della Camera di consiglio, il Tar ha ritenuto fondato il ricorso ” con conseguente annullamento del provvedimento impugnato” e così lo ha accolto.