I giudici della Corte di Assise di Siracusa hanno condannato all’ergastolo Massimo Cannone, 45 anni, il tappezziere lentinese, accusato di aver ucciso con una coltellata la moglie nella loro casa, a Lentini, nel marzo dello scorso anno.

La confessione dopo il fermo della polizia

L’uomo, nel corso dell’udienza di convalida del fermo eseguito dalla polizia nei giorni successivi al delitto, aveva confermato la confessione resa agli inquirenti, a cui aveva detto di aver ammazzato la moglie, Naima Zahir, perché lo avrebbe oppresso, al punto da rendergli la vita impossibile. E così, al culmine della sua rabbia, avrebbe approfittato della distrazione della consorte, che era sul letto ed aveva gli auricolari, per infliggerle una coltellata mortale. La difesa, nel corso del procedimento, aveva presentato una richiesta di perizia psichiatrica, poi respinta.

“Marito andò a bere birra dopo omicidio”

Secondo gli inquirenti, coordinati dal Procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, il marito “anziché chiamare il personale sanitario sarebbe andato a bere una birra per poi sopraggiungere sul luogo del delitto quando i soccorsi erano già sul posto”. Inoltre, “stava progettando di
darsi alla fuga”.

La scena del delitto

Per gli agenti del commissariato di polizia di Lentini e della Squadra mobile di Siracusa, al comando del dirigente, Gabriele Presti,  Cannone, dopo il delitto della moglie, avrebbe provato a cancellare le tracce del suo coinvolgimento. In un primo momento, l’uomo avrebbe sostenuto che la moglie si era suicidata e che aveva provato a toglierle il coltello dalla gola.

Altra condanna per omicidio a Lentini

E’ stato condannato a 14 anni di carcere per omicidio Antonio Montalto, 23 anni di Lentini, accusato di aver ammazzato a coltellate, nel luglio dello scorso anno a Lentini, un 38enne, Roberto Raso. La sentenza è stata emessa dal gip del Tribunale di Siracusa che ha condannato l’imputato al risarcimento delle parti civili, i parenti della vittima, costituitisi in giudizio.

I due protagonisti di questa drammatica vicenda avrebbero avuto dei contrasti di natura economica. A quanto pare, sarebbero entrati in contatto in via Silvio Pellico, nei pressi dell’abitazione di Montalto. Si sarebbero azzuffati, poi il 23enne sarebbe tornato a casa dove avrebbe preso un coltello, presumibilmente da cucina, che avrebbe poi usato contro il 38enne.