Sarà giudicato tra due giorni, al palazzo di giustizia di Siracusa dal gup del Tribunale Simone Bandiera, 21 anni, siracusano, sotto processo per omicidio stradale, in quanto accusato di aver provocato l’incidente avvenuto il 20 dicembre del 2018 in via Elorina, in corrispondenza dell’incrocio Cozzo Villa, in cui perse la vita Tecla Zammitti, 72 anni.

Secondo quanto ricostruito dai magistrati della Procura, il giovane, alla guida di  una Hyudai XI20, dopo aver invaso la corsia opposta, avrebbe centrato  Renault Twingo, spezzando la vita alla donna che stava per fare rientro a casa.

“Il botto è stato violentissimo, riferitomi dagli abitanti della zona di Cozzo Villa, e la mia mamma – racconta il figlio, l’avvocato Alessandro Boscarino – finiva schiacciata dalla plancia e del volante della propria autovettura, che si ritraeva all’impatto frontale. Dal multitrauma toracico discendeva subito dopo l’arresto cardiocircolatorio e quindi il decesso. Pazzesco. Una tragedia inaspettata, devastante quanto assurda”.

Nella relazione del consulente della Procura di Siracusa, l’ingegner Chiarenza non emergono dubbi sulla dinamica dell’incidente. “Nel sinistro in esame la causa tecnica e la responsabilità dell’incidente sono unicamente riconducibili al conducente dell’autovettura Hyundai sig. Bandiera Simone, mentre nessuna causa di incidente è attribuibile alla sfortunata conducente deceduta, sig.ra Zammitti” si legge nella relazione del perito.

L’invasione di corsia non lasciava scampo a mia madre, la quale ha tentato – racconta il figlio, l’avvocato Alessandro Boscarino –  all’ultimo momento di buttarsi a destra dove però sussisteva la banchina; purtroppo, a seguito del suddetto violento impatto frontale, dopo aver vissuto presumibilmente coscientemente momenti di grande sofferenza, nonchè dopo il successivo intervento degli operatori sanitari nel frattempo intervenuti sui luoghi del sinistro, mia madre, purtroppo, decedeva e veniva in tal modo assurdo, strappata per sempre alla vita ed ai propri affetti , lasciando un vuoto incolmabile”.

“Presto avremo una sentenza che, seppur non mi restituirà più la mia povera mamma, in qualche modo farà giustizia e porrà la parola fine al procedimento per omicidio stradale” sostiene il figlio della donna.