Duro affondo dell’Opi, ordine delle professioni infermieristiche di Siracusa sulla vicenda dei posti letto in Terapia intensiva per pazienti Covid19 e sulle modalità per individuare la rete dei contatti dei positivi.

“Nonostante si sia parlato in questi mesi dell’incremento – afferma l’Opi Siracusa, presieduto da Sebastiano Zappulla, – del numero di posti letto di Terapia intensiva destinati ad i pazienti Covid della provincia di Siracusa, a distanza di quasi nove mesi dall’inizio dell’emergenza i posti attualmente attivi restano solo 8 su tutto il territorio provinciale e ad oggi quasi totalmente occupati”.

L’Ordine delle professioni infermieristiche di Siracusa analizza poi la strategia di contenimento dell’epidemia che mostrerebbe dei punti deboli evidenti.

“Si è verificato in diversi casi la grave omissione – spiega l’Opi Siracusa – del tracciamento di contatti stretti (colleghi di lavoro, parenti che frequentano abitualmente il domicilio) anche laddove venivano esplicitamente comunicati dall’utente già risultato positivo con test diagnostico di tampone molecolare”.

“Ad oggi il Dipartimento di prevenzione medico – spiega l’Opi Siracusa –  non ritiene necessario né uno screening dei soggetti conviventi di un paziente positivo al Covid19, né dei contatti stretti di esso e dei familiari, riducendo la definizione di “contatti stretti” definita dal Ministero della Salute  ai soli conviventi nella stessa abitazione. I soggetti conviventi asintomatici vengono isolati senza indagare sulla loro reale negatività”.

E poi, sotto i riflettori ci sono le modalità di tracciamento dei bambini.

“Il Dipartimento di Prevenzione – spiega l’Opi – non ritiene necessario il tracciamento di bambini di età scolare (scuola materna e asili nido) sostenendo che la lieve sintomatologia o la totale asintomaticità dei bambini di quella fascia di età, non costituisce motivo di preoccupazione per la loro condizione. Non vengono effettuati tamponi a bambini che frequentano asili nido o scuole materne anche in caso di conclamata positività di uno dei genitori”.

“Questo atteggiamento denota assoluta inadeguatezza – afferma l’Opi Siracusa –  a svolgere il ruolo intrinseco di un Dipartimento deputato alla prevenzione e, soprattutto, rischia di permettere che soggetti potenzialmente contagiati e asintomatici generino veri e propri focolai di contagio: si pensi ad una classe di scuola materna”.

La chiosa finale è durissima. “L’inadeguatezza nel gestire – afferma l’Opi Siracusa – l’emergenza Covid 19, il ritardo nella tempestività delle comunicazioni con gli utenti, la difficoltà a processare velocemente un numero più elevato di tamponi sono criticità assolutamente prevedibili non più giustificabili dal fatto che questo fenomeno ci sta prendendo di sorpresa, evidenziando piuttosto gravi omissioni e superficialità da parte degli organi territoriali ed ospedalieri deputati all’attuazione di strategie a tutela della salute pubblica”

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