“Senza voler tornare in polemiche sterili, il Parco archeologico ha un po’ travisato sulle funzioni che gli competono, come si evince nella legge istitutiva del Parco, che ho scritto”.
Esordisce così l’assessore alla Cultura di Siracusa, Fabio Granata, nell’intervista rilasciata a BlogSicilia in merito alle funzioni del Parco archeologico di Siracusa, il cui direttore, Carmelo Bennardo, su mandato del Governo regionale, ha pianificato una stagione musicale nell’Ara di Ierone che, come, nei giorni scorsi, ha detto il sindaco di Siracusa, costerà circa un milione di euro.
Assessore, cosa si dovrebbe fare nel Parco?
Innanzitutto valorizzarlo ma non servono i concerti, ciò che è necessario sono il recupero, la manutenzione, il restauro e la ristrutturazione del patrimonio archeologico e paesaggistico. Del resto, quando parliamo del Parco non è solo la Neapolis, in quanto è vastissimo: va da Eloro passa per il Tellaro, per Akrai, prosegue verso la Neapolis, le Mura dionigiane e Pantalica.
Il Parco si è anche dotato di un direttore artistico. Che ne pensa?
Pensare che il Parco debba essere valorizzato con i concerti è una forzatura perché non è nella ragione sociale del Parco la realizzazione degli eventi così come non è nella ragione sociale avere un direttore artistico. Il Parco archeologico non è un ente teatrale ma un ente di ricerca e valorizzazione di un patrimonio archeologico immenso.
E le polemiche attorno ai concerti?
A tal proposito, il mio consiglio è di abbassare i toni e creare una condizione di dialogo soprattutto tra l’assessorato regionale ai Beni culturali che dà l’indirizzo politico, il direttore del Parco, il presidente, che è il soprintendente, ed il Comitato tecnico scientifico che è nominato dalla Regione e dai sindaci, composto da esperti, che, a mio avviso, è tagliato fuori dalla programmazione di qualsiasi attività del Parco stesso.
Ma è la Regione che ha dato un mandato preciso al direttore del Parco..
Sicuramente, si è creato un corto circuito. Nulla quaestio su Lello Analfino, che è un ottimo artista, di cui sono amico, ma la ragione sociale del Parco, a Palermo, l’hanno mal compresa. Non serve da contrappeso all’attività culturale dei Comuni o della Fondazione Inda, serve, invece, a tutelare questo patrimonio che diventa anche scenario di eventi culturali. E poi c’è un’altra cosa…
Quale?
C’è un grande bisogno, invece, di distribuire le risorse per la valorizzazione piena di questo sterminato patrimonio materiale ed immateriale quale è il Parco. La legge questo prevede e non di fare i concerti la notte, la norma spinge per tenerlo aperto, pulito, recuperarlo e restaurarlo.
Commenta con Facebook