Crescono, seppur leggermente, i boicottaggi all’Isab, la raffineria del Petrolchimico di Siracusa che ruota nell’orbita della russa Lukoil. E’ quanto sostiene il vicepresidente di Isab, Claudio Geraci, che, il mese scorso, annunciò come diverse aziende, una decina in tutto tra cui italiane, avevano deciso di interrompere i rapporti di affari con la società, il cui maggiore azionista è la svizzera, Litasco, con partecipazione della russa Lukoil.

“Situazione in peggioramento”

“La situazione va lievemente peggiorando: all’inizio c’è stata un’impennata – dice all’AGI il vicepresidente di Isab, Claudio Geraci –  di rifiuti da parte di aziende che hanno deciso di porre fine al rapporto di lavoro con noi. Qualche altra impresa ha fatto marcia indietro dopo aver mostrato delle documentazioni attestanti la nostra estraneità alle sanzioni. Ci sono state, però, delle altre aziende che hanno deciso di sospendere la collaborazione con noi”.

Le dimissioni del capo Lukoil

Nelle ore scorse si è dimesso il numero uno di Lukoil, Vagit Alekperov, l’oligarca russo, che ha un patrimonio netto stimato di quasi 23 miliardi di dollari secondo il Billionaires Index di Bloomberg, è stato sanzionato dal Regno Unito il 13 aprile. “Non cambia nulla dal punto di vista operativo per le nostre raffinerie, proseguiamo la nostra attività nel Petrolchimico” commenta all’AGI Claudio Geraci.

Le navi russe e Greenpeace

In merito alle navi russe che trasportano greggio alle raffinerie Isab il traffico non si è mai interrotto perché il blocco non riguarda il trasporto di prodotti energetici e beni alimentari. L’unico ostacolo è stato quello di Greenpace, che, sabato scorso, ha manifestato contro una petroliera in navigazione nella rada di Augusta.

“Greenpeace manifesta – dice all’AGI  Geraci – il suo dissenso, non ha comunque bloccato la nave petroliera. Si tratta di manifestazione che hanno come obiettivo quello di suscitare clamore. Danni non ne abbiamo avuti, più che altro è stato pericoloso per gli attivisti di Greenpeace, in quanto avvicinare una petroliera con un gommone è davvero rischioso”.