Il presidente della Regione, Nello Musumeci, chiede al Governo nazionale un incontro per salvare il Petrolchimico di Siracusa, destinato a sparire sotto i colpi della Transizione energetica.

Il piano

Il piano, infatti, non prevede aiuti per il settore della raffinazione dopo la decisione, su input dell’Unione europea, di dire addio ai veicoli alimentati con gasolio e benzina a partire dal 2035. Lukoil, il colosso russo che possiede due raffineria, è pronto a mollare tutto e ad andare via, in paesi pronti ad accogliere i loro investimenti.

Appello al Governo

“Un incontro operativo urgente per il rilancio dell’area industriale siracusana, davanti al “concreto rischio di disimpegno delle società multinazionali operanti nell’area del cosiddetto Polo petrolchimico di Siracusa” afferma il presidente della Regione che si rivolge al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

Riconversione del Petrolchimico

“Questo stato di cose, ove malauguratamente confermato – sottolinea il governatore – rischia di determinare a sua volta l’esclusione dell’ambito aretuseo dal beneficio dei significativi investimenti che il Governo centrale si accinge a stanziare, mediante l’attuazione del Programma nazionale di transizione energetica, verso l’ambizioso obiettivo  dell’adeguamento delle aziende petrolifere alle disposizioni comunitarie in materia di riduzione delle emissioni di CO2”.

“Si tratta, con ogni probabilità, dell’ultima occasione utile per il rilancio occupazionale ed economico-sociale dell’importante area industriale e per l’affermazione del primato della intrapresa locale a discapito della delocalizzazione degli investimenti”  conclude Musumeci.

Mozione al Governo

Una mozione, presentata da 41 deputati nazionali di diverso orientamento, tra cui Pd, M5S e Forza Italia, è stata deposita per impegnare il Governo agli aiuti alla raffinazione.

Le risorse, secondo quanto sostengono i parlamentari, sono dentro il cosiddetto Fondo per la transizione giusta che comprende “7,5 miliardi di euro dal quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e 10 miliardi di euro supplementari dallo strumento europeo per la ripresa” si legge nella mozione.

 

 

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