Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, difende la scelta dell’amministrazione di aver votato per i limiti alle emissioni imposti all’impianto di gassificazione Isab che si trova nel Petrolchimico di Siracusa.

“No al baratto occupazionale”

E di fronte all’ipotesi di un ridimensionamento, sotto l’aspetto degli investimenti, da parte del colosso russo Lukoil, il capo dell’amministrazione aretusea, è lapidario.

Le prescrizioni oggetto di discussione – dice il sindaco di Siracusa –  non nascono in modo casuale o vessatorio, ma sono perfettamente in linea con le emissioni dichiarate dall’azienda, e con le direttive europee, e mirano alla tutela della salute pubblica che, in nessun caso, come il nostro parlamento ha appena ribadito, può essere barattata con l’attività imprenditoriale o, peggio, con l’occupazione”.

Non c’è incompatibilità tra salute e lavoro

“La mai celata e presunta incompatibilità tra salute e occupazione è assolutamente inaccettabile sotto ogni profilo e non siamo in alcun modo disposti a mediare su ciò che consideriamo il presupposto di ogni discussione” aggiunge il sindaco di Siracusa.

La conferenza dei servizi

Il tetto alle emissioni in atmosfera ed i limiti allo scarico dei fanghi nelle vasche del depuratore Ias è stato deciso in Conferenza dei servizi. A favore si sono schierati i Comuni di Siracusa e Priolo ed il Libero consorzio contrario il sindaco di Melilli.

La posizione della Lega

Contro, sotto l’aspetto politico, si è schierata la Lega, in particolare il deputato regionale, Giovanni Cafeo, per cui “le nuove prescrizioni all’azienda  vanno oltre le cosiddette Bat, cioè le migliori soluzioni tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo in grado di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente”. In sostanza, ritiene che i nuovi limiti vadano oltre le possibilità delle stesse aziende, per cui sarebbero insostenibili sotto l’aspetto economico.

“Il PNRR per tutela dell’ambiente”

Per il sindaco di Siracusa, “con le risorse del Pnrr, esistono le condizioni tecniche ed economiche affinché la tutela del lavoro e lo sviluppo della zona industriale, a cui nessuno vuole e deve rinunciare, siano coerenti con le normative ed il pieno rispetto dell’ambiente. Non basta il greenwashing, non servono petizioni di principio, ma investimenti, progetti, scadenze e la piena responsabilità di  tutti i protagonisti”

 

 

 

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