Con le rivelazioni del pentito Francesco “Cesco” Capodieci i magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania hanno costruito il castello accusatorio nei confronti dei 3 poliziotti della Questura di Siracusa arrestati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e corruzione.

Il ruolo del pentito Capodieci

Capodieci, per anni e prima della sua scelta di diventare collaboratore di giustizia, era il capo indiscusso del Bronx, una cittadella della droga dove si spacciava ad ogni ora del giorno, sorvegliata da un numero imprecisato di vedette che segnalavano ai pusher l’arrivo delle forze dell’ordine.

L’arresto e la collaborazione con i magistrati

L’ex boss del rione venne arrestato nel 2018 insieme ad altre 17 persone, al termine dell’operazione antidroga Bronx conclusa dai carabinieri ma riuscì, in un primo momento a scampare alla retata, trovando rifugio con altri complici in un casolare di campagna, nella zona di Canicattini Bagni, Comune montano del Siracusano.

Sentitosi con le spalle al muro, Cesco Capodieci decise di dare un taglio al passato ed iniziò a collaborare con i magistrati, sia della Procura di Siracusa sia della Dda di Catania, svelando gli assetti e gli equilibri nelle organizzazioni criminali presenti nel Siracusano.

Le rivelazioni sui poliziotti

Il pentito avrebbe iniziato a parlare dei poliziotti, del loro presunto coinvolgimento nei traffici di droga: era, necessario, dare riscontro a quelle pesanti affermazioni del pentito e secondo quanto emerge nella ricostruzione della Dda, ci sarebbero degli elementi solidi che confermerebbero il ruolo assunto dagli indagati, i quali, nella tesi dell’accusa, avrebbero ceduto droga, in particolare quella sequestrata dai loro colleghi.

Poliziotti spacciatori

Nell’indagine, condotta dai magistrati della Dda di Catania, sarebbe stato scoperto, grazie al lavoro del Gico della Finanza, che dal 2011 al 2018, gli indagati avrebbero contribuito a rifornire abitualmente le piazze di spaccio.

La droga prima sequestrata e poi venduta

Gran parte della droga che sarebbe stata ceduta dietro corrispettivo dai poliziotti ai loro complici, proveniva dai sequestri eseguiti nel corso di indagini. La droga sequestrata veniva sostituita con materiale di ogni genere, come mattoni di terracotta al posto dei panetti di hashish o mannitolo al posto della cocaina

 

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