E’ crollato il fatturato del Polo petrolchimico di Siracusa tra il 2019 ed il 2020 a causa della pandemia. E la transizione energetica, un drastico abbattimento del fossile, è impensabile senza gli aiuti del Pnrr. E’ una delle istantanee del piano di sostenibilità del Polo Industriale siracusano che comprende 10 aziende, tra cui Eni Versalis Eni Rewind, Sonatrach, Lukoil, Eni, Sasol, Erg, Sol, Priolo Servizi, IAS, presentato a Siracusa nel salone Giovanni Paolo II del Santuario della Madonna delle Lacrime.

Il fatturato

Il rapporto racchiude il bilancio relativo al biennio 2019-2020 in cui, a causa dell’emergenza sanitaria, vi è stato un crollo del fatturato: 12.231 milioni era stato il picco raggiunto del 2018, 12.412 nel 2019 fino a sprofondare a 7122 nel 2020.

Riduzione delle emissioni

In merito alle emissioni, nel rapporto, redatto da Confindustria, si registrano dei decrementi. Per quanto concerne le emissioni di Co2 si è passati da 7.859.243 del 2018 a 7.660.960 del 2020, per quelle di So2 da 9712 del 2018 a 7638 del 2020.

Pochi infortuni nella zona industriale

Nel piano di sostenibilità, c’è anche la voce relativa agli infortuni sul lavoro e l’incidenza maggiore, secondo fonti Inail, si registra nell’industria metallurgica con 21,9, bassissima è quella delle aziende del polo industriale di Siracusa con 0,5. Sul fronte delle imposte, le aziende del Polo petrolchimico di Siracusa hanno versato 2,5 miliardi di euro nel 2020.

Niente transizione energetica senza Pnrr

“L’ emergenza sanitaria ha provocato – si legge nel piano di sostenibilità – una accelerazione del processo  di transizione energetica quando ancora molte tecnologie non sono mature. Le aziende hanno necessità di essere ‘accompagnate’ in questo percorso anche tramite: Pnrr; iter Area di crisi industriale complessa; fondi Europei di coesione e per il Green Deal”.

“Raccogliamo grido di allarme delle aziende”

E’ intervenuta, con un video messaggio, la sottosegretaria di Stato alla Transizione Ecologica Vannia Gava: “Non possiamo sottrarci al grido di allarme di questo settore. Sarò lieta – ha detto la sottosegretaria – di avviare un dialogo con il polo industriale siracusano che durante la fase acuta della pandemia ha garantito continuità degli approvvigionamenti e stabilità del lavoro. È indispensabile che il governo trovi soluzioni insieme agli imprenditori che sono la parte trainante del nostro Paese “.

“Sicilia, prima regione verde”

Il  presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, intervenendo a margine della presentazione, ha detto che “si tratta di una sfida importante per le industrie siciliane ed ho detto al ministro per la Transizione che la Sicilia si candida ad essere la prima regione verde in Italia. Vogliamo essere un centro di produzione dell’idrogeno, siamo i primi in Italia ed abbiamo tanto lavoro da fare ma qui ci sono tutte le condizioni  perché la qualità della vita e dell’ambiente possa non guardare altrove”.

Distretto strategico per l’Italia

Per il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, “questo distretto è strategico per il nostro Paese perché è al centro della catena di fornitura energetica nazionale per il know – how tecnologico e l’enorme valore del capitale umano, per il posizionamento strategico al centro del Mediterraneo, insostituibile ponte con i paesi dell’area MENA (Middle East, North Africa) a cui sempre di più dovremo guardare in una logica centrata sul Mediterraneo”.

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