• Riconoscimento area di crisi della zona industriale di Siracusa
  • Presentato il dossier elaborato dal Governo regionale
  • Sarà inviato al ministro per lo Sviluppo economico
  • L’obiettivo è ricevere risorse finanziarie
  • Protestano i sindaci di Lentini, Carlentini e Francofonte: i 3 Comuni non sono stati inseriti nel dossier

È stato presentato questa mattina alla Camera di commercio di Siracusa il dossier elaborato dal Governo regionale che sarà inviato al ministro per lo Sviluppo economico per il riconoscimento dell’area di crisi della zona industriale.

Il documento firmato da 11 sindaci

Il documento è stato firmato, alla presenza del presidente della Regione, Nello Musumeci, dell’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano e dell’assessore all’Energia, Daniela Baglieri, da sindaci di 11 Comuni del Siracusano: Augusta,  Cassaro, Ferla, Melilli, Sortino, Priolo Gargallo, Avola, Canicattini Bagni, Floridia, Siracusa e Solarino.

Le aziende presenti

Tra le aziende che hanno firmato il documento ci sono Versalis, Sonatrach, Erg, Sasol, Air liquid, Lukoil, Confindustria Siracusa e l’Autorità portuale della Sicilia orientale.

La crisi economica e l’obiettivo del dossier

Il Polo petrolchimico di Siracusa, e le aziende che vi operano, si trovano in una situazione di grave crisi economica acuita dall’emergenza sanitaria. L’obiettivo è di ricevere risorse finanziarie per abbattere i costi delle materie prime per le aziende.

L’elevato costo delle materie prime

Nel dossier della Regione sono indicati i fattori di crisi per le imprese, tra cui “l’elevato costo delle materie prime, che  risulta superiore a quello che le imprese in altre aree geografiche devono sostenere”.

Il costo del lavoro

Oltre al  costo dell’energia in Sicilia, “nove volte superiore a quello del Medio Oriente”, c’è anche “il costo del lavoro, (due volte superiore a quello del Medio Oriente) che è anche più elevato rispetto a quello che sostengono le altre imprese”.

Piani di investimento per 3 miliardi di euro

Nel documento, che sarà inviato al Governo nazionale, sono indicati i piani di investimento delle imprese della zona industriale per un ammontare di circa 3 miliardi di euro che hanno come obiettivo “un processo di decarbonizzazione produttiva  affiancato ad un miglioramento dell’efficienza energetica mediante la sostituzione progressiva delle fonti fossili con materie prime rinnovabili”. Secondo il rapporto, la mancanza di aiuti avrebbe “ripercussioni devastanti sui livelli di occupazione, sul sistema di approvvigionamento e sul sistema produttivo”.

Musumeci: “Un passo essenziale”

“È un passo essenziale per poter ottenere dal governo centrale i necessari finanziamenti”. Lo ha detto a Siracusa il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, nel corso della presentazione del dossier.

L’area industriale di Siracusa occupa oltre 7mila unità

“L’area industriale di Siracusa riveste – ha detto Musumeci-  un’importanza straordinaria non solo perché occupa oltre 7000 unità ma anche perché contribuisce in maniera significativa alla formazione del prodotto interno lordo dell’Isola. L’assessore Turano ha seguito sin dall’inizio questo processo d’intesa con tutti i soggetti attivi nel territorio, le istituzioni, le organizzazioni sindacali e datoriali. Subito dopo lo accompagneremo a Roma”.

La protesta di tre sindaci

La presentazione del dossier è stata accompagnata da non pochi malumori. I sindaci di Lentini, Carlentini e Francofonte hanno protestato perché i 3 Comuni del Siracusano non sono stati inseriti nel dossier per la richiesta di area di crisi industriale siracusana.

La risposta dell’assessore Turano

“Abbiamo sempre detto – ha affermato l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano – che non abbiamo nessuna difficoltà ad inserire anche loro. Ma voglio portare un documento che rispetti la normativa attuale diversamente potrei offrire fianco ad eventuali bocciature che la Regione non vuole. Sapere che questa zona è già quasi in crisi ed andrà in crisi e non pensare di trovare un rimedio significa immaginare una nuova Ilva, e noi questo non lo vogliamo perché anche il sistema siciliano ne avrebbe un nocumento. Se pensiamo che il Pil della provincia di Siracusa rappresenta lo 0,5 dell’intera regione significa che se il polo industriale va in crisi tutta la Sicilia ha un grave danno”.

Regione disponibile ad incontrare i sindaci

Il governatore Musumeci ha aggiunto: “Noi siamo disponibilissimi ad incontrare i sindaci, dobbiamo ovviamente obbedire ai parametri fissati dalle normativa nazionale perché altrimenti il banco salta e non verrà riconosciuta la nostra proposta di istituzione di area di crisi complessa. Valuteremo con i tecnici se ne esistono le condizioni. Per noi non cambia l’importante è che Roma non bocci la proposta”.

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