Il dirigente dell’assessorato regionale dell’Economia, Ufficio speciale centrale unica di committenza per l’acquisizione di beni e servizi, ha revocato in autotutela il bando per l’affidamento in concessione dei servizi museali del Parco archeologico di Siracusa .
I tesori del Parco archeologico
La gestione, come previsto dalla gara, riguarda la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo; il Museo archeologico regionale “Paolo Orsi”; l’Area archeologica della Neapolis; il Castello Maniace; la Villa Romana del Tellaro a Noto; l’Area archeologica di Akrai a Palazzolo.
“Provvedimento è esecutivo”
“Il provvedimento è immediatamente esecutivo, onde procedere all’avvio di una nuova procedura di gara in conformità al dettato normativo vigente” precisa il dirigente
Gara europea per un importo di oltre 6 milioni di euro
Si tratta di una gara europea, come quella per il Parco archeologico di Agrigento, a procedura aperta con l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità prezzo, disposta dal direttore del Parco di Siracusa, Carmelo Bennardo, responsabile unico del procedimento, per un importo di 6.518.941,54. La durata della concessione è stata indicata in 4 anni con un rinnovo di due. A presentare le offerte sono stati in 5: CNS Consorzio Nazionale Servizi Soc. Coop; Società Cooperativa Culture; Consorzio AION; Civita Sicilia Srl e Aditus Srl.
Le criticità emerse nel bando sollevate dall’Anac
Nel documento della Regione, viene riportata una nota dell’Anac, relativa al 24 luglio scorso, in cui si evince l’avvio “del procedimento di vigilanza” in quanto sarebbero emerse delle criticità nel bando.
Tra queste, come indicato nell’atto, “l’errata individuazione da parte della Stazione appaltante del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) Multiservizi sottoscritto da Conflavoro, Confsal e Fesica in luogo di altro CCNL”; l’assenza nella documentazione di gara della motivazione che ha indotto la Stazione appaltante a procedere con l’esternalizzazione del servizio oggetto dell’appalto; l’assenza nel capitolato speciale di uno specifico riferimento ai “livelli minimi di qualità degli standard dei luoghi della cultura della Regione Siciliana”; l’erronea allegazione negli atti di gara di uno schema di contratto relativo ai lavori e non ai servizi; l’assenza nella documentazione di gara di riferimenti relativi ai CAM (criteri ambientali minimi); l’erronea quantificazione dell’importo della garanzia provvisoria e l’individuazione di soli criteri discrezionali per la valutazione dell’offerta tecnica”.
La risposta del Parco archeologico
Il Responsabile unico del procedimento e direttore del Parco archeologico di Siracusa ha risposto con una nota arrivata alla Regione l’11 agosto scorso.
Come si legge nel documento della Regione, Bennardo, in merito al Contratto collettivo nazionale di lavoro ha spiegato che la scelta “è stata determinata anche dalla circostanza che nella precedente procedura di gara l’Operatore economico aggiudicatario …aveva applicato detto contratto” ma, in sintesi, ha affermato di voler “emendare l’erronea applicazione del contratto collettivo individuato negli atti di gara”.
La mancanza di personale
Sulla questione delle ragioni dell’esternalizzazione, Bennardo ha precisato che sussiste “l’impossibilità di gestione diretta per carenza in generale del personale, che si è ulterioremente ridotto a seguito dei pensionamenti e delle mancate nuove assunzioni”. Inoltre, “l’omesso riferimento nel capitolato speciale dei “livelli minimi di qualità degli standard dei luoghi della cultura della Regione Siciliana non ha determinato delle criticità sostanziali”.
Ed ancora, Bennardo ha precisato che “l’erronea indicazione nel disciplinare di gara dell’importo dovuto a titolo di garanzia provvisoria è stata corretta nei riscontri formulati in sede di richieste di chiarimenti pubblicati dalla Stazione appaltante sulla piattaforma di e-procurement, tuttavia anche l’ulteriore indicazione fornita è risultata errata per un mero errore di battitura”.
“Sì alla revoca in autotutela”
In conclusione, il direttore del Parco archeologico ha scritto che “si sarebbe proceduto, per quanto sopra, alla revoca in autotutela della procedura di gara in argomento, onde consentire una riedizione della stessa che tenesse conto dei rilievi formulati da Anac”.
I servizi previsti nel bando
Il bando prevede dei servizi a carico del gestore privato, tra cui il supporto alla emissione dei biglietti e controllo degli accessi; l’informazione orientamento dei visitatori, l’editoria, la vendita di prodotti editoriali e oggettistica, il noleggio di strumenti di supporto alla visita, le visite guidate e laboratori didattici, il marketing e la promozione.




Commenta con Facebook