I giudici del Cga hanno respinto il ricorso della società Elemata, proprietaria di un’area, ricavata nella zona della Pillirina. In quella porzione di terra, l’azienda avrebbe voluto realizzare un resort di lusso ma il piano fu bloccato dopo che la Regione istituì il piano paesaggistico con il vincolo di inedificabilità.
Il Consiglio di giustizia amministrativa ha confermato la sentenza in primo grado espressa dal Tar di Catania, per cui è stato ritenuto legittimo il provvedimento dell’assessorato regionale ai Beni culturali, adottato dall’ex Provincia di Siracusa.
Le ragioni del privato
La società ha contestato il piano paesaggistico perché è stato deliberato nel dicembre del 2010 dopo che un mese prima l’azienda aveva presentato il piano di lottizzazione, avendo già nella disponibilità i terreni, evidentemente acquistati prima.
“Il disegno imprenditoriale di parte appellante diveniva irrealizzabile in ragione del fatto che l’Assessorato regionale per i beni culturali, con decreto dell’1 febbraio 2012 n. 98, adottava il piano paesaggistico della Provincia di Siracusa, che rendeva le aree di proprietà della società appellante inedificabili” si legge nel provvedimento dei giudici del Cga.
Le rimostranze di Elemata sull’istruttoria
Peraltro, la società ha evidenziato delle anomalie nella fase istruttoria che ha poi portato alla decisione di istituire il piano paesaggistico.
Il parere dei giudici
Il Cga ha accolto la tesi dei giudici di primo grado, per cui le “scelte programmatorie dell’Amministrazione istituzionalmente attributaria della competenza in proposito (la Regione)” sono sindacabili “innanzi al giudice solo nel caso in cui sia inficiata da errori di fatto, travisamenti o abnormi illogicità o contraddittorietà e che, in base a quanto può evincersi dalla documentazione in atti, il Piano non presenta assunti di fatto palesemente erronei o eclatanti illogicità”.
Per cui, secondo i giudici del Consiglio di giustizia amministrativa, “I motivi dedotti a sostegno dell’appello non sono fondati e lo stesso deve essere respinto” si legge nella sentenza.
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