E’ scontro sulla decisione dell’Ati idrico di optare per una società mista, tra pubblico e privato, per la gestione del servizio idrico nel Siracusano.
Il voto dell’assemblea dei sindaci, che ha sconfessato l’ipotesi di una società interamente pubblica deliberata appena due anni fa, non trova d’accorso un gruppo di partiti e movimenti di Centrosinistra, composto da Lealtà e Condivisione, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Articolo 1, Unione Popolare, PCI, Europa Verde – Verdi, per cui questa soluzione favorisce i privati.
“Società mista favorisce i privati”
“Nella gestione mista scelta dall’ATI al Pubblico spetta l’onere di offrire le dovute garanzie per contrarre i debiti e al privato l’onore di gestirne utili e profitti, oltre all’opportunità di potere così accedere ai finanziamenti pubblici” spiega il fronte del Centrosinistra, che, nelle settimane scorse, dopo alcuni segnali, aveva avanzato dei sospetti su un cambio di passo dall’Ati. L’affondo è riservato al presidente dell’Ati nonché sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ed anche al Capo di Gabinetto del Comune di Siracusa, Michele Giansiracusa, con quest’ultimo che “appena qualche giorno fa affermava: “siamo pronti per la firma dal notaio per l’avvio dell’azienda speciale consortile” spiegano nella nota i rappresentanti del Fronte di centrosinistra.
“Alleanza elettorale”
Secondo questo schieramento politico, il cambio di passo farebbe pensare ad un’intesa, dal sapore politico-elettorale, tra Italia, che si candiderà per la sua rielezione a sindaco di Siracusa nel 2023, ed il presidente della Commissione regionale Territorio ed ambiente, Giuseppe Carta, sindaco di Melilli, eletto all’Ars nelle liste del Mpa.
La convergenza tra Italia e Carta
“Stupisce anche la consonanza mostrata – spiega il Fronte del centrosinistra – nell’occasione tra il Presidente ATI Francesco Italia e il Sindaco Carta, perfettamente d’accordo sulla scelta della gestione mista promossa proprio dall’unico Comune della provincia (Melilli) che non ha approvato lo statuto dell’ATI, bloccando di fatto la conclusione dell’iter di affidamento del servizio e dunque la presentazione dei progetti da parte dell’autorità d’ambito a valere sul PNRR (ad oggi tutti persi), e costringendo la Regione a chiederne il commissariamento che oggi si vorrebbe scongiurare con questo colpo di scena”.
“Viene il sospetto che si sia preferito perdere appositamente tempo, facendo finta – aggiungono – di costituire la società pubblica, per determinare una situazione d’emergenza che potesse giustificare l’inversione di rotta di due giorni fa. Appare invece evidente che attorno alla gestione del servizio idrico (e ai suoi rilevanti risvolti economici) si sta costruendo un’alleanza politico – elettorale a tutto danno dell’interesse dei cittadini a fruire di un servizio pubblico fondamentale improntato all’efficienza, alla sostenibilità ambientale e all’economicità, contro il quale ci batteremo fermamente”
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