Per conquistare una donna, una 38enne, toscana, traduttrice di russo, ucraino e inglese, ingaggiata dalla Procura di Siracusa nell’ambito di alcune indagini su scafisti provenienti dall’Europa dell’Est, le avrebbe fatto credere di essere uno 007. Una spia del servizio segreto, insomma, e per renderle la storia più credibile, un agente di polizia, in servizio alla Questura di Siracusa, avrebbe convinto un collega a tenergli il gioco.

Il castello di bugie

Entrambi, in quel periodo, risalente ad oltre due anni fa, lavoravano in un ufficio del palazzo di giustizia di Siracusa destinato ad occuparsi degli sbarchi dei migranti, poi soppresso dall’ex reggente della Procura, Fabio Scavone.

Vittima reclutata nel team Argo

Il poliziotto sarebbe riuscito a costruisce un castello di bugie e ad un certo punto avrebbe fatto credere alla donna, con cui intreccia una relazione sentimentale, di essere stata anch’essa reclutata in una squadra, facente parte dell’ Agenzia informazioni e sicurezza esterna, dal suggestivo nome Argo, come il titolo di un film con protagonista Ben Affleck, che si occupa di anti terrorismo. Addirittura, i due finti 007 arebbero asserito dell’esistenza di un sacerdote, anch’esso dei servizi segreti, che avrebbe telefonato al cellulare della donna, ma in realtà sarebbe stato uno dei due indagati con la voce camuffata.

Le persecuzioni

La vittima, finito il lavoro a Siracusa, si sarebbe recata ad Arezzo, la sua città, e la relazione con l’agente di polizia si sarebbe interrotta ma lui, secondo quanto emerge nelle indagini della Procura di Roma, a cui la sorella della donna, una carabiniera, si è  rivolta, come riportato nelle cronache di Roma del Corriere della Sera, le avrebbe installato un software per spiarla, spiegando poi che lo avrebbe fatto per proteggerla perché il suo ex fidanzato e la sua migliore amica sarebbero stati in una setta satanica. Gli inquirenti sono riusciti, però, a ricostruire la vicenda e quell’incubo per la traduttrice è finito anche se, grazie al sostegno dell’associazione “bont’ worry” sta seguendo un percorso sotto l’aspetto psicologico per via di questa esperienza traumatica.