Ha scelto di non rispondere alle domande del gip del Tribunale di Siracusa Vincenzo Parlato, il sindaco di Sortino, destinatario di una misura cautelare emessa dallo stesso giudice la settimana scorsa. La difesa, rappresentata dall’avvocato Ezechia Paolo Reale, ha presentato la revoca del provvedimento, il divieto di dimora a Sortino, e nelle prossime ore il gip scioglierà la riserva se accogliere o meno l’istanza del difensore, che, in caso di rigetto, potrà rivolgersi al Tribunale del Riesame.

Sospeso per la Severino

Parlato è stato sospeso dalla carica di sindaco, per effetto della legge Severino: il provvedimento sarà in vigore fino a quando non sarà revocata la misura cautelare. E’ indagato per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio.

L’indagine della Finanza

Le investigazioni, dirette dalla Procura della Repubblica di Siracusa e condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Augusta, avrebbero fatto emergere che il primo cittadino sortinese, nel mese di ottobre 2020, avrebbe falsificato l’esito della procedura selettiva per la nomina del revisore contabile del Comune, che dev’essere svolta mediante sorteggio secondo quanto previsto dalla normativa regionale.

Urna taroccata

Le indagini esperite dai Finanzieri ed in particolare l’analisi del video della seduta consiliare durante la quale si è tenuto il sorteggio hanno permesso di acclarare come il sindaco, chiamato ad estrarre il bigliettino dall’urna,
avesse già un foglietto bianco tra le mani.

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Una volta inserito il braccio nel bussolotto, ne estraeva uno identico per colore, forma e dimensioni rispetto a quello tenuto in mano.

Il biglietto contestato

Gli accertamenti svolti dai Finanzieri hanno consentito di riscontrare come il bigliettino estratto fosse stato stampato su una tipologia di carta differente rispetto a tutti gli altri e la cifra impressa sullo stesso presentasse un carattere diverso.

Vince una consulente con altri incarichi

Il numero sorteggiato, inoltre, corrispondeva ad una partecipante la quale, tra gli oltre duecento candidati alla
selezione, era l’unica già assegnataria di incarichi affidati dal primo cittadino negli anni precedenti, anche a titolo
fiduciario.

Condannato dalla Corte dei Conti

Per una di queste nomine, il sindaco era già stato condannato dalla Corte dei Conti di Palermo al risarcimento di un danno erariale di oltre 30.000 euro, in quanto affidata in violazione di legge.