Ci sono paesi in cui per un motociclista o per il conducente di uno scooter non c’è l’obbligo di indossare casco. Tra questi, il Bangladesh e alcuni stati del Medio oriente. Insomma, è una scelta precisa di quei governi ma a Siracusa, nonostante la legge, ci si comporta come se si vivesse in quei paesi.

Tutti senza casco, ecco le prove

Ormai è impressionante il numero di persone che circola sulle strade di Siracusa violando la norma: nella mail della redazione di BlogSicilia sono arrivate delle foto riproducenti motociclisti e scooteristi privi della protezione. Le istantanee sono scattate in via Filisto, poco distante dal Multisala, l’ex cinema Vasquez, ed in via Tisia, una delle zone commerciali più importanti della città.

Non ci sono controlli

Tutte in pieno giorno ma di controlli o di pattuglie delle forze dell’ordine nemmeno l’ombra. La circostanza che tante persone, giovani e maturi, girino senza casco lascia supporre come non abbiano alcuna paura di incappare in un posto di blocco, insomma è come se vivessero in un clima di impunità.

Dove è la Polizia municipale?

Per la verità, il controllo delle strade è di competenza, non esclusiva, della Polizia municipale ma se si continua a circolare senza casco è evidente che la deterrenza è assai precaria.

Il blitz dei carabinieri ad ottobre del 2023

Una situazione che, come di tutta evidenza, si protrae da tempo. Infatti, nell’ottobre scorso i carabinieri di Siracusa, su input del comandante provinciale Gabriele Barecchia, perfettamente consapevole del problema, organizzarono un maxi controllo che dimostrò come la metà dei motociclisti fermati non indossasse il casco.

I costi sanitari

E poi ci sono i costi sanitari che incidono nella spesa dello Stato, per cui più lesioni sono causate da incidenti stradali maggiori sono le risorse economiche ed umane pubbliche da impiegare. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità “indossare il casco è il modo più efficace per ridurre gli infortuni alla testa e i decessi legati agli incidenti in moto o in bicicletta. È stato dimostrato che può ridurre il rischio e la gravità degli incidenti fra i motociclisti di circa il 70%, la probabilità di morire di circa il 40%, oltre ad abbattere i costi sanitari associati”

I dati Istat

Nel rapporto dell’Istat relativo agli incidenti stradali avvenuti nel 2022, emerge che tra le cause principali ci sono la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. “I tre gruppi costituiscono complessivamente il 38,1% dei casi (82.857). Si precisa che la rilevazione condotta dall’Istat include solo le circostanze accertate o presunte per i conducenti dei primi due veicoli coinvolti nell’incidente (gli incidenti che coinvolgono tre o più veicoli sono, nel 2022, l’8,7% del totale”.

L’esempio della Thailandia

L’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso un dato per capire l’importanza del problema. Nel 1992 in Thailandia non c’era l’obbligo del casco: il 90% dei decessi da incidenti stradali era fra i  motociclisti, soprattutto a causa di traumi alla testa. La legge adottata nella provincia nord-orientale di Khon Kaen, che ha reso obbligatorio l’uso del casco, insieme a programmi pubblici di promozione ed educazione sanitaria, ha portato in due anni a una riduzione del 40% dei traumi alla testa e del 24% dei decessi fra i motociclisti.