Un museo che ha l’ambizione di narrare la città attraverso i racconti audiovisivi di 8 personaggi storici ed allo stesso tempo incuriosire i visitatori al punto da indurli a scoprire gli altri tesori di Siracusa, dal Castello Maniace al palazzo Bellomo.

Aprirà il 24 luglio

Questa la mission di SiraMuse, il museo multimediale, ricavato nei locali della Galleria Montevergini, a due passi da Piazza Duomo, in Ortigia, che aprirà le sue porte il 24 luglio: un’iniziativa nata dal Partenariato speciale pubblico privato tra il Comune di Siracusa e la società Civita Sicilia che gestirà lo spazio per i prossimi 10 anni.

Gli 8 personaggi narranti, interpretati dagli attori sono: Federico II, Eschilo, Platone, Santa Lucia, Caravaggio, Enzo Maiorca, Archimede e Paolo Orsi divisi in sei aree espositive: Santa Lucia e Caravaggio da una parte, Eschilo e Platone dall’altra “condivideranno” una stessa stanza. Sull’idea innovativa di questo museo, che punta a diventare un Hub culturale, ne abbiamo parlato con Renata Sansone, amministratore delegato di Civita Sicilia.

SiraMuse è un museo senza reperti e testimonianze tangibili. Perché questa scelta?

I nuovi studi sui musei svelano che è fondamentale saper narrare ciò che è contenuto in un museo. E così noi abbiamo coinvolto 8 personaggi, nati o vissuti a Siracusa, come nel caso di Paolo Orsi o di Platone, portatori di grande storie, per cui se, in un museo, l’aspetto essenziale è lo storytelling, che racconta ciò che si vede, e contestualmente l’Unesco sottolinea l’importanza del bene immateriale, allora ci troviamo di fronte ad un vero museo della narrazione, con le storie delle persone.

In che modo viene raccontato?

La domanda che ci siamo posti è questa: come sviluppare la narrazione, considerando che non ci sono beni materiali che normalmente hanno una godibilità estetica? Ci siamo serviti delle tecnologie che, in questo caso, sono importanti come mezzo non come fine. Crediamo che SiraMuse possa essere una sorta di porta di accesso per comprendere Siracusa. Chi entra nel museo ha l’opportunità di comprendere quanto il tessuto urbano sia portatore di una storia e quanto questo tessuto, attraverso le persone, ha contribuito alla formazione della arti:  la letteratura con Federico II, la filosofia con Platone, il teatro con Eschilo, la scienza con Archimede, la pittura con Caravaggio, per non parlare della presenza di Santa Lucia, testimone della lotta delle donne contro le violenze, l’archeologia moderna con Paolo Orsi, lo sport e l’ambiente con Enzo Maiorca.

Maiorca è l’unico personaggio moderno. Perché la scelta sul re degli abissi?

Non ci interessano i record di immersione di Maiorca quanto la sua difesa del mare e dell’ambiente. Fu uno dei primi a denunciare l’inquinamento da parte delle organizzazioni mafiose. E’ importante sottolineare come grazie a questi personaggi si arrivi ai luoghi, attraverso i quali le persone possono capire il territorio in una maniera completamente diversa.

E quindi?

Una volta viste ed ascoltate queste storie, i visitatori saranno più incuriositi, ad esempio,  a visitare il museo Paolo Orsi e questo a cascata potrebbe consentire di aumentare il numero di giorni a Siracusa da parte dei turisti, allettati dalla possibilità di conoscere nel profondo tutti i tesori, immateriali e materiali della città, tra cui, il Castello Maniace, il museo Bellomo, altro edificio federiciano, la Basilica di Santa Lucia che ospita l’opera di Caravaggio. Il museo è una porta di accesso con l’ambizione di arrivare a tutti.

Parliamo degli altri personaggi legati alle loro storie. Cosa avete pensato per Federico II?

Nel caso di Federico II abbiamo inventato un gaming con l’idea di attirare i più giovani sull’arte falconiera: un pretesto per raccontare che nella corte di Federico II, a Siracusa, nasce la prima forma di letteratura in volgare e non più in latino.

Diceva prima di Maiorca, cosa devono aspettarsi i visitatori?

Per Maiorca, abbiamo realizzato una multi proiezione con un gioco di pareti che quasi abbraccia il visitatore: è immersiva, proprio per dare la sensazione di inabissarsi nel mare. Questa sezione è stata creata anche per la cosiddetta generazione Z che ha interesse per lo sport che, a sua volta, trasferisce concetti connessi all’ambiente, contrasto alle mafie e Maiorca è la chiave di accesso.

Quale è, invece, la chiave di Santa Lucia?

Quando si entra nella sala di Santa Lucia, la martire ha un vestito bordeaux e quando si siede spiccano le scarpe rosse, rosso sangue, simbolo del femminicidio. Un particolare che si lega con un argomento noto ed attuale come le violenze sulle donne.

Un racconto audiovisivo a tutto tondo, dunque…

Questi personaggi, interpretati dagli attori, parlano direttamente con i visitatori con l’obiettivo di catturarne l’attenzione.

Che opportunità ci sono per i diversamente abili?

Il museo è accessibile a tutti perché non vi saranno barriere fisiche, per cui chi ha difficoltà motorie ha la possibilità di godersi senza limiti il museo, stesso discorso anche per chi ha problemi sensoriali e cognitivi. La nostra disability manager, peraltro, è in contatto con tutte le associazioni del territorio perché vengano a vedere il museo e magari dare delle indicazioni per migliorarne l’accessibilità.