- Avvisi di conclusione indagini per l’ex pm di Siracusa e due consulenti
- Sono tutti accusati a vario titolo di falso ed abuso d’ufficio
- L’inchiesta è condotta dalla Procura di Messina
La Procura di Messina ha emesso gli avvisi di conclusione indagini per l’ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo, e due consulenti tecnici Pasquale Dell’Aversana e Francesco Corrado Perricone nell’ambito di un procedimento relativo alla Bcc Credito Aretuseo. La notizia è riportata sull’edizione de La Gazzetta del Sud.
Sistema Siracusa
Si tratta di un altro filone della maxi inchiesta “Sistema Siracusa”, sulla corruzione in atti giudiziari, della Procura di Messina che avrebbe visto protagonisti Longo, in servizio alla Procura di Siracusa, agevolare l’avvocato Piero Amara ed altri imprenditori.
La vicenda di un Banca di credito popolare
In questa ulteriore indagine, coordinata dal sostituto della Dda Antonio Carchietti, ai tre indagati è contestato il falso. Solo a Longo l’accusa di abuso d’ufficio, mentre agli altri due la corruzione in atti giudiziari. Anche in questo caso un fascicolo aperto da Longo nel 2016 e una consulenza contabile affidata ai due tecnici su una falsa denuncia per vicende relative alla banca di credito popolare.
Patteggiamento di Longo
Nel dicembre del 2018, Longo, nell’ambito dell’inchiesta principale di Sistema Siracusa per corruzione, patteggiò cinque anni di carcere, le dimissioni dalla magistratura e l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Secondo l’accusa, sarebbe stato pagato, grazie alla mediazione degli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, per veicolare le indagini in favore di gruppi imprenditoriali vicini ai due professionisti.
La Corte dei Conti
Inoltre, i giudici della Corte dei Conti della Sicilia hanno condannato l’ex pm di Siracusa ad un risarcimento di 301.735,84 euro per il danno di immagine causato al ministero della Giustizia ed il disservizio.
La Procura contabile, in merito alla condotta di Longo, ha aperto un procedimento, prospettando, un danno di immagine “al ministero della Giustizia, Amministrazione di appartenenza dell’allora magistrato” per un importo “pari a a 100 mila euro” si legge nel dispositivo della Corte dei Conti.
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