Avevano convinto un loro dipendente, un tunisino, a consegnargli 2200 euro per agevolare le pratiche necessario per il suo permesso di soggiorno.
La truffa ai danni del migrante
Era una truffa come hanno scoperto gli agenti di polizia che hanno denunciato una coppia di Pachino, lui 65 anni, lei 64 anni, con l’accusa di truffa. L’indagine è scattata dopo che il nordafricano, impiegato in un’attività degli indagati, si sarebbe rivolto alle forze dell’ordine, avendo intuito di essere stato raggirato.
Le indagini della polizia
Il permesso di soggiorno non arrivava ed il suo disagio sarebbe aumentato, del resto avrebbe dato alla coppia una somma cospicua, frutto del suo lavoro. E così, nelle ore scorse, gli agenti di polizia, al termine degli accertamenti, hanno notificato le denunce ai due pachinesi, che dovranno affrontare un procedimento giudiziario.
Arresti per immigrazione clandestina
Sul fronte della lotta all’immigrazione clandestina, gli agenti della Squadra mobile di Siracusa hanno arrestato due tunisini rispettivamente di 33 e di 26 anni, per aver effettuato un rientro illegale nel territorio italiano dopo essere stati già stati espulsi in passato.
Sbarcati a Lampedusa e poi trasferiti ad Augusta
Secondo quanto emerge nella ricostruzione della Questura di Siracusa, i due arrestati facevano parte del gruppo di 120 migranti giunti il 21 febbraio scorso nel porto di Lampedusa e, successivamente, trasferiti presso il porto commerciale di Augusta. I due tunisini sono stati posti a disposizione dell’Ufficio Immigrazione della Questura che, insieme ad altri connazionali di 21 e 23 anni, saranno espulsi dall’Italia con un nuovo formale provvedimento.
Condanna per truffa
I carabinieri di Noto, in ottemperanza all’esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Lecce – Ufficio Esecuzioni Penali, hanno arrestato un 33enne pregiudicato del luogo che, nel 2011, si era reso responsabile di una truffa. L’uomo, rintracciato dai militari ed espletate le formalità di rito, come disposto dall’Autorità Giudiziaria che ha emesso il provvedimento definitivo, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Siracusa Cavadonna dove dovrà scontare la pena.
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