Il gip del tribunale di Siracusa ha convalidato il fermo nei confronti di  Umberto D’Amico, 48 anni,  residente a Noto, arrestato dai carabinieri della Compagnia di Noto in quanto indicato autore degli spari contro una abitazione in Ronco Paisiello, all’ingresso di Noto. Nei suoi confronti le accuse sono di  tentato omicidio in concorso continuato, porto abusivo di armi, minacce, danneggiamento.

Le indagini

Al termine dell’udienza, il 48enne è tornato in carcere, in una cella del penitenziario di contrada Cavadonna, alla periferia sud di Siracusa, ma le indagini, coordinate dai magistrati della Procura, sono puntate sull’altra persona  che era in macchina insieme a D’Amico, il quale, secondo i carabinieri, avrebbe premuto il grilletto di un fucili a doppia canna dal finestrino del passeggero con l’obiettivo di dare un segnale ad un nucleo familiare rivale.

 

La ricostruzione

Dopo i primi due colpi, l’uomo avrebbe ricaricato il fucile ma i rivali avrebbero reagito, sparando con una pistola calibro 9, ma i proiettili hanno forato  le finestre della camera da letto e della camera da pranzo della abitazione di donna di 60 anni, che, per fortuna, non è rimasta ferita.

A quel punto, l’auto si è dileguata, facendo perdere le tracce ma le indagini dei carabinieri, nonostante la reticenza dei testimoni, hanno permesso di identificare l’uomo con il fucile che sarebbe sparito, facendo perdere le sue tracce.

D’Amico, che avrebbe sentito il fiato sul collo dei carabinieri, si è consegnato spontaneamente ai carabinieri di Noto, accompagnato dal legale di fiducia e, al termine dell’interrogatorio, è stato dichiarato in stato di fermo.

Le indagini dei carabinieri sono in corso ma si fa strada una prima ipotesi investigativa che pare individuare il movente del fatto di fuoco ancora una volta in presunte maldicenze su alcune donne della comunità.