Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa ha rimesso in libertà Paolo Scarnà, 40 anni, arrestato nel marzo scorso dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio.
La vicenda a Francofonte
Secondo la tesi degli inquirenti, l’indagato, difeso dall’avvocato Junio Celesti, avrebbe esploso dei colpi di pistola nei confronti di un uomo all’interno di un locale, nella zona di piazza Dante, a Francofonte. Per i carabinieri, Scarnà dopo essere entrato nell’attività commerciale si sarebbe rivolto al marito della proprietaria, che, in quel momento, si trova seduto su un divano.
Lo avrebbe chiamato “straniero”, forse per via delle sue origini, essendo di Vizzini, ma quest’ultimo si sarebbe risentito, fino a quando, davanti a diversi testimoni, tra cui giovani avventori, è scoppiata una lite. Il 40enne, nel corso dell’interrogatorio successivo alla misura cautelare, si era difeso, sostenendo di avere reagito in quanto precedentemente aggredito dal rivale a colpi di bastone.
Braccialetto elettronico
Il 40enne era ai domiciliari ma non sarà del tutto libero di circolare perché nel provvedimento del giudice di Siracusa è indicato che Scarnà dovrà indossare il braccialetto elettronico oltre che restare lontano dalla vittima da un raggio di 500 metri, così come previsto dal divieto di avvicinamento che gli è stato imposto.
La buona condotta
“Fermo restando il quadro di colpevolezza – si legge nel dispositivo del giudice del Tribunale di Siracusa – in ordine al reato contestato, in sede di concreto apprezzamento delle esigenze cautelari e dell’adeguatezza di misure gradate rispetto agli arresti domiciliari, deve considerarsi come positivo il comportamento manifestato nel periodo di vigilanza dell’autorizzazione al lavoro”.
Inoltre, in considerazione della tipologia di lavoro autorizzato (operatore ecologico), l’indagato necessita della possibilità di espletare le mansioni lavorative spostandosi nelle vie della città di Francofonte, prospettandosi altrimenti l’oggettiva impossibilità di svolgere l’attività lavorativa autorizzata” si legge ancora nel provvedimento disposto dal gip del Tribunale di Siracusa
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