Le denunce delle vittime delle estorsioni sono pari allo zero “ma non è un demerito delle associazioni antiracket”. Lo afferma il coordinatore delle associazioni antiracket di Siracusa, Paolo Caligiore, che interviene dopo la pubblicazione dell’inchiesta nella trasmissione di BlogSicilia Sulle strade di Siracusa sul fenomeno delle estorsioni.

Mancano le denunce delle vittime

Come riferito dal prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto e dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gabriele Barecchia, i commercianti e gli imprenditori siracusani finiti sotto il tacco del racket preferiscono trincerarsi dietro il muro del silenzio. “Ma noi lo diciamo da anni che le denunce sono assenti” taglia corto il coordinatore delle associazioni antiracket, Paolo Caligiore.

Quale è la ragione a suo parere?

Le estorsioni sono cambiate e i costi si sono abbassati. Ma se dei delinquenti vanno a mangiare in un ristorante a vanno a comprare abbigliamento senza pagare , si può pensare che chi subisce possa mai denunciare? E non è un demerito delle associazioni antiracket

E le vostre associazioni?

 Non concordo tuttavia sul fatto che manchi la spinta da parte delle associazioni antiracket. Poi se si vuole colpevolizzare qualcuno va bene così. In ogni evento malavitoso ( almeno in quelli di cui veniamo a conoscenza) noi cerchiamo di essere presenti ed incontrare le vittime.

Le estorsioni come costi aziendali

Dall’analisi del comandante dei carabinieri di Siracusa emerge un fatto: ci sono imprenditori che considerano il pizzo come un costo aziendale.

“Le estorsioni, per così dire, convenzionali, legate alla criminalità organizzata, emergono da nostre investigazioni indipendenti, non scaturite da denunce. Continuano ad essere minimizzate dalle parti offese. Le ragioni? Capita per alcune imprese che le estorsioni vengano considerate una sorta di costo aziendale” dice il colonnello Barecchia.

I fondi per le vittime del racket

Eppure, lo Stato ha messo a disposizione dei fondi per le vittime delle estorsioni e dell’usura. Il Fondo, nel caso di estorsione, prevede l’erogazione di una somma in denaro senza obbligo di restituzione, in favore delle vittime, “a titolo di contributo al ristoro del danno patrimoniale subito” si legge nel provvedimento del ministero dell’Interno. Pertanto, chi ha subito, per essersi opposto agli estorsori, danni alla persona o alla propria impresa può ricevere le risorse economiche per riprendere l’attività.