“L’inceneritore di Punta Cugno della Gespi ha avviato le operazioni per la messa in esercizio della seconda linea di incenerimento”. Lo afferma Natura Sicula in merito al piano della società che da poco meno di 50 anni gestisce il termovalorizzatore dove vengono smaltiti determinate tipologie di rifiuti.

L’allarme ambientale sollevato da Natura Sicula

“Un intervento che sancirà il raddoppio della capacità di smaltimento – spiegano gli esponenti di Natura Sicula – dell’inceneritore con le connesse relative emissioni in atmosfera che ne deriveranno. Qualcuno forse ricorderà che su tale raddoppio, da 4 a 8 tonnellate/ora di rifiuti, nel giugno 2011 l’allora Amministrazione comunale aveva espresso parere contrario, per le ragioni di carattere ambientale e sanitario che ancor oggi permangono”.

Il sì del sindaco alla nuova discarica

Contestualmente, l’associazione ambientalista critica la decisione del sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, che, secondo quanto sostenuto dalla stessa Natura Sicula, “ha espresso parere favorevole alla realizzazione della discarica di contrada Marcellino della Log Service, società del gruppo Gespi, nell’ambito del procedimento di VIA regionale”.

Il territorio devastato

Una decisione che, per gli ecologisti, rappresenta un’altra mazzata ad un territorio già devastato per via della presenza degli stabilimenti del Polo petrolchimico: negli anni, il mare di Augusta si è riempito di mercurio, causando delle malformazioni, al punto che furono poi disposti dei risarcimenti alle famiglie augustane.

“Un territorio per il quale il Piano di Risanamento Ambientale, approvato con DPR 17/1/1995, aveva previsto il depotenziamento dei rischi e la riduzione degli impatti anche attraverso la bonifica delle discariche esistenti e la limitazione all’insediamento di nuovi impianti” spiegano gli ambientalisti

I rifiuti di altre regioni

Per come stanno le cose, Natura Sicula sospetta che “nulla vieta che nella discarica in progetto vengano smaltiti i rifiuti speciali provenienti da altre regioni”.

“Nessuna obiezione è stata invece – dicono da Natura Sicula – sollevata  dall’Amministrazione comunale, né tanto meno dall’ASP, in merito all’impatto sanitario e ambientale che una discarica da 20 mila tonnellate l’anno di rifiuti speciali pericolosi potrebbe ulteriormente apportare in un territorio già saturo di contaminanti per quasi 6000 ettari, di cui solo il 2% ad oggi risulta effettivamente bonificato e certificato”