Il Tribunale di Siracusa ha disposto la scarcerazione di Giuseppe Iacono, il poliziotto in servizio alla Questura di Siracusa, arrestato circa due anni fa, insieme ad un altro agente, Christian Rosario Salemi, entrambi alla Squadra mobile, in quanto accusati di avere gestito un traffico di droga.
L’istanza dei legali di Iacono
I giudici hanno accolto l’istanza presentata dagli avvocati, Puccio Forestiere e Sebastiano Troia, avallata dai magistrati della Dda di Catania, e così l’imputato ha lasciato il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, in Campania, per essere trasferito in un’abitazione, a Catania, agli arresti domiciliari come Salemi, che lo era da qualche tempo, per motivi di salute.
Il processo
Il processo riprenderà il 3 ottobre ed in quell’occasione ci sarà il contro esame di Gabriele Presti, ex capo della Squadra mobile di Siracusa, ora in servizio alla Questura di Cosenza.
Le accuse
Stando alle tesi dei magistrati, Salemi e Iacono, per circa 10 anni avrebbero commerciato droga, anzi, nelle indagini sarebbe emerso che avrebbero venduto partite di droga che erano state sequestrate a seguito di varie operazioni delle forze dell’ordine contro lo spaccio.
Il pentito Capodieci
Uno dei principali accusatori è l’ex boss del Bronx, Francesco Cesco Capodieci, diventato un collaboratore di giustizia. Nell’inchiesta della Dda di Catania è indicato che i due poliziotti, avendo avuto informazioni sulla decisione di Capodieci di pentirsi, avrebbero avuto timore che saltassero fuori i loro nomi e così, attraverso la famiglia dell’ex boss del Bronx avrebbero provato a convincerlo ad affidarsi a loro per la gestione della sua collaborazione con la giustizia. Una ricostruzione che è stata smentita dai due poliziotti
Oltre alle dichiarazioni di Capodieci che avrebbe parlato anche dei passaggi di denaro (“La sera ci vedemmo con il Salemi al quale consegnai 10.000 euro subito e 10.000 euro dopo dieci giorni. Chiesi al Salemi se era contento che avesse preso 20.000 euro e lui mi rispose “siamo 3 quanto ci dobbiamo dividere, dovrebbe essere uno al giorno cosi”), ci sono quelle di altro collaboratore di giustizia, Massimiliano Mandragona.
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