“Se dovesse essere ‘invalido o falso’ il certificato emesso dalla società  polacca che attesta la conformità  delle mascherine e’ chiaro e evidente che io e la società  saremmo parte lesa nell’inchiesta”. Lo afferma l’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, indagata dai magistrati della Procura di Siracusa titolari di un’inchiesta per frode in commercio culminata nell’operazione Bad Mask con il sequestro in tutta Italia di 9 mila mascherine importate dalla Cina dalla società riconducibile all’ex esponente della Lega Nord.

Secondo la ricostruzione dei pm e della Guardia di finanza, quei dispositivi, importati dalla Cina dalla Only Itlia Logistic riconducibile ad Irene Pivetti, non sarebbero conformi ai requisiti essenziali di sicurezza.  Nel decreto di perquisizione eseguito dalla Guardia di finanza su disposizione della Procura di Siracusa si sottolinea che i dispositivi erano “accompagnati da una certificazione di conformità” di un “organismo notificato” polacco, la Icr Polska, ma da una ricerca effettuata sul date base pubblico della società il codice relativo al certificato in questione e’ risultato disconosciuto perché ‘invalido o falso”. Ma sulla regolarità delle mascherine, l’ex presidente della Camera dei Deputati è pronta a giurarci. “La Protezione civile ha emesso un’ordinanza – spiega Irene Pivetti –  recepita nel decreto Legge del 2 marzo e poi trasformata in legge che stabilisce sia legittimo vendere, distribuire ed utilizzare dispositivi analoghi al FFP2. E con delibera del Comitato tecnico scientifico si è stabilito che sono analoghi al FFP2 le mascherine KN95, quelle da noi importate dalla Cina, e N95. Successivamente, nel Cura Italia si è deciso di prevede la validazione dell’Inail delle mascherine ad uso DPI”.

“Ci stiamo coordinando con la Procura di Savona, cercando di approfondire le nostre rispettive inchieste. Dobbiamo capire anche quali siano le competenze ricordando che la merce transita dalla Dogana. E stiamo ricostruendo le modalità di come viene smistata la merce”. E’ quanto sostenuto dal Procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, che ha annunciato il lavoro congiunto con i colleghi di Savona.

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