Tombaroli, trafficanti di reperti archeologici e monete antiche. La Guardia di Finanza di Siracusa, dopo una lunga attività di intelligence finalizzata alla tutela del patrimonio culturale, ha rinvenuto e sequestrato un vero e proprio tesoro archeologico in casa di un 37enne di Lentini.
L’uomo avrebbe trafugato e nascosto in casa più di trecento reperti, frutto di un’attività illegale di scavo, e gli strumenti con i quali avrebbe portato a termine i furti, tra cui un metal detector.
Sono stati rinvenuti 138 monete antiche, di cui 137 in bronzo ed una in argento, databili dall’età ellenistica a quella moderna, con netta prevalenza di monete medievali; 2 lekythoi (vasi per contenere olii profumati) a figure nere di produzione attica, cioè prodotti ad Atene, e siceliota; 3 contenitori frammentari, databili fra V e IV sec. a.C.; 12 ghiande missile di età greca (proiettili in piombo usati durante le battaglie e introdotti nell’esercito greco a partire dalla seconda metà del V secolo a.C.); 1 fibbia in bronzo di età bizantina e 245 frammenti metallici di varia natura.
L’esame sui reperti è stato effettuato dalla Soprintendente Rosalba Panvini e da Rosa Lanteri, dirigente della U.O. Beni archeologici, che hanno confermato la loro autenticità.
Non è ancora stato possibile identificare il sito di provenienza ma, in base allo studio preliminare effettuato, soprattutto sui reperti ceramici, è stato ipotizzato una necropoli.
L’uomo, trovato in possesso dei reperti, è stato arrestato in base al Codice dei beni culturali e del paesaggio che sanziona l’illecita ricerca di materiale archeologico e l’illecito impossessamento di beni culturali appartenenti allo Stato.
Come la restituzione da parte del Paul Getty Museum di Malibu della bellisssima testa di Ade (detta di Barbablù) di età ellenistica, trafugata da Morgantina negli anni ’70 e che verrà restituita alla Sicilia il prossimo 29 gennaio, il sequestro pone nuovamente l’accento su un tema fondamentale: la tutela del nostro patrimonio culturale, simbolo della nostra identità.
Lo scavo illegale distrugge per sempre qualsiasi traccia ed elemento del contesto di rinvenimento fondamentale per la ricostruzione cronologica e il traffico illecito è una ferita, purtroppo mai guarita, della nostra storia.
a cura di Alessandra Romeo
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