È stato estradato in Italia dall’Albania uno degli uomini arrestati nell’ambito dell’operazione “El Rais”, condotta dalla Polizia di Siracusa e dal Servizio Centrale Operativo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di quella
provincia.
3 mila sbarchi dal 2021
La retata culminò, il mese scorso, con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare a carico di 15 persone di nazionalità egiziana ritenute appartenenti ad uno dei più articolati e ben organizzati sodalizi dediti al traffico di migranti sulla rotta del Mediterraneo orientale, che si stima abbia favorito l’ingresso clandestino in Italia di almeno 3.000 persone a partire dal 2021 ad oggi, calcolando introiti per l’organizzazione criminale di almeno 30 milioni di dollari.
Estradato dall’Albania, è in carcere a Roma
L’uomo estradato è un egiziano di 49 anni, è giunto a bordo di un volo partito dalla città albanese di Tirana ed atterrato nelle prime ore del pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino, scortato dagli agenti del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e successivamente recluso presso la Casa Circondariale di Roma Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Le indagini
Le indagini, iniziate nel maggio 2022, furono avviate dopo l’arresto di tre stranieri, giunti clandestinamente al Porto commerciale di Augusta perché ritenuti essere gli “skipper” di un’imbarcazione a vela con a bordo decine e
decine di migranti clandestini provenienti dalla Turchia.
Skipper professionisti
Gli accertamenti consentirono di ricostruire la struttura dell’organizzazione che si era dotata di un sofisticato, stabile e ramificato sistema di gestione della immigrazione clandestina dominante sulla rotta del mediterraneo orientale, che prevedeva il reclutamento di skipper professionisti (per la quasi totalità provenienti dall’Egitto), la gestione logistica dei migranti provenienti prevalentemente dal Medio Oriente e dall’Asia (siriani, afghani, palestinesi), la loro provvisoria sistemazione su suolo turco (in attesa della partenza) ed il loro successivo “trasporto” verso le coste italiane a bordo di imbarcazioni a vela appositamente reperite.
Si trattava infatti quasi esclusivamente di barche a vela di circa 12/15 metri – che al massimo avrebbero potuto trasportare circa 20/25 persone – in discrete condizioni di utilizzo, seppur prive di qualsiasi strumento di salvataggio, nelle quali venivano stipate un numero di migranti anche 7/8 volte maggiore.
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