Il presidente dell’associazione Noi Albergatori, Pippo Rosano, non ha dubbi sullo scenario turistico a Siracusa dopo il via libera del Consiglio comunale al nuovo regolamento che dispone di fatto un aumento dell’imposta di soggiorno. “E’ evidente che i turisti – dice il presidente dell’associazione – preferiranno recarsi in città dove ancora la tassa di soggiorno è fissa e non più variabile come a Siracusa, che, come è di tutta evidenza, inciderà sui costi della vacanza per una famiglia”.

E dove andranno, presidente?

Innanzitutto, Catania, dove potrebbero fare base soprattutto per la presenza dell’aeroporto. Ma mettiamo che i visitatori volessero soggiornare nell’area del Siracusano dove il richiamo del mare e delle bellezze artistiche è fortissimo: a quel punto, guardando attentamente i costi del pernottamento, preferirebbero andare a Noto ma c’è anche Avola, molto più vicina a Siracusa, che, negli ultimi anni, è cresciuta sotto l’aspetto turistico. E per finire Pachino, anch’essa più evoluta sotto l’aspetto delle infrastrutture turistiche.

Non verrebbero a Siracusa?

Sì, certo ma Siracusa non sarebbe più, per intenderci, la base operativa. I turisti verrebbero per visitarla per poi tornare nella struttura dove hanno deciso di alloggiare in un altro Comune.

I danni per la filiera turistica

Seguendo il ragionamento del presidente di Noi Albergatori, il turismo a Siracusa sarebbe ancora di più mordi e fuggi di quanto lo è adesso, con grave danno per la filiera turistica: a parte i proprietari delle strutture alberghiere, compresi titolari di casa vacanze e bed and breakfast, ci sono anche i ristoratori e tutti i commercianti legati al cibo o alla vendita di prodotti con forte caratterizzazione turistica.

Pure i negozi di abbigliamento ne soffrirebbero, specie quelli che sono disseminati nel centro storico. “Gli stranieri – spiega una commerciante siracusana – sono attratti dalla moda italiana, per cui, nei momenti di alta stagione, le nostre vendite vanno a gonfie vele”.

Imposta fissa

La tariffa per gli alberghi ad una o 2 stelle è di un euro; 1,50 per alberghi a 3 stelle; 2 euro per 4 stelle; 3 euro per 5 stelle. Per le case vacanza da uno ad un 1,50, per i  B&B da 1 a 2 euro. Se il soggiorno fosse di sette giorni, si pagherebbe solo per 4 giorni.

L’aliquota

Dunque, non ci sarà più, a partire dai prossimi mesi, “presumibilmente dal primo giugno la tariffa fissa” dice Rosano.

“Avremmo una aliquota che toccherebbe il 4%, calcolata sul prezzo della camera” aggiunge il presidente dell’associazione Noi Albergatori. Insomma, si scaricherebbero sui visitatori ipotetici aumenti degli stessi proprietari delle strutture, magari per compensare l’impennata dei costi per la colazione.

“Il gettito non va sul turismo”

E poi c’è la questione del gettito di questa imposta che secondo Rosana non andrebbe affatto per migliorare i servizi turistici. “Sarebbe speso, per i due terzi, – dice Rosana – per alcune voci, come l’illuminazione in occasione della festa di Santa Lucia, e poi ancora per la Polizia municipale che, tra parentesi, è totalmente assente, insomma, per l’amministrazione queste risorse servirebbero solo per motivi di bilancio”.