La mafia sta investendo risorse nel settore turistico del Siracusano. È quanto emerge nell’analisi della Commissione regionale parlamentare antimafia che oggi ha fatto tappa a Siracusa incontrando stamane nella sede della Prefettura di Siracusa i componenti del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, tra cui il prefetto, Giovanni Signer,  il questore, Roberto Pellicone, il comandante provinciale dei Carabinieri, Dino Incarbone, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Lucio Vaccaro, ed il capo del centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Catania, Felice Puzzo.

Cracolici, “trasporti e ristoranti”

“Soprattutto ristorazione e trasporti, che sono i servizi più importanti del turismo – dice il presidente dell Commissione regionale parlamentare antimafia, Antonello Cracolici. Dalla relazione emerge che su 11 interdittive antimafia 8 riguardano proprio il settore della ristorazione”.

Schillaci, “Poche interdittive”

Secondo Roberta Schillaci, componente della Commissione regionale parlamentare antimafia si tratta di un numero troppo basso. “Il dato significativo – dice Schillaci- è il quantitativo basso di interdittive ma soprattutto di sequestri, soltanto due sequestri nel 2025 nel settore agricolo. Sono veramente bassi e questo merita un approfondimento particolare”.

Mafia e politica

Si è anche discusso del rischio del condizionamento del voto da parte di Cosa nostra. “Siamo convinti che un minor radicamento – ha detto Cracolici- delle forze politiche nei territori sta in qualche modo paradossalmente determinando un maggiore condizionamento delle uniche famiglie organizzate”.

L’estorsione come mezzo di controllo

Come in altre province siciliane anche nel Siracusano è cruciale l’estorsione ma non è più principale fonte di approvvigionamento: si manifesta come forma di controllo del territorio. “Non ci sono denunce anche le associazioni anti-racket che qui sono 5 evidenziano- dice Cracolici- una difficoltà di aggregazione, di associazionismo. Questo non vuol dire che la mafia non c’è più, si è in qualche modo inserita nel tessuto economico e sociale con maggiore capacità di evitare di impaurire. In sostanza si sta alzando la soglia di convivenza con il fenomeno criminale perché non viene vissuto più come una minaccia. Come il sole, l’aria e il mare, si pensa che ci sono anche le estorsioni”. Cracolici lancia l’appello a denunciare. “Conviene farlo – dice- perché esistono norme di garanzia, di tutela ma nello stesso tempo bisogna promuovere anche quell’attività non solo di sostegno, ma anche di cultura della denuncia. In tanti casi abbiamo scoperto che spesso l’attività di denuncia fatta da alcuni imprenditori serve a impedire che gli estorsori si presentino in quell’azienda proprio perché temono di poter avere dei problemi con i cosiddetti imprenditori sbirri”.

Il traffico di droga

Sul fronte della droga, impazza il commercio di crack mentre le piazze di spaccio in mano il più delle volte a criminalità comune” ha aggiunto il presidente della Commissione regionale parlamentare antimafia in merito agli affari di droga gestiti dalla criminalità organizzata. “A garantire le quantità di droghe che poi vengono diffuse nei territori sono implicate le famiglie criminali che sono il più delle volte sempre le stesse, spesso cambiano solo i nomi, ma i cognomi sono sempre gli stessi”. Cracolici ha definito anche la mappa della criminalità organizzata nel Siracusano.“ Questo è un territorio siracusano- dice Cracolici- diviso in quattro macro aree: Siracusa, la zona di Florida, la zona sud di Pachino, Lentini. Allora è evidente che questo è un territorio che in questo momento c’è una bassissima conflittualità e questo conferma che quando c’è poca conflittualità ci sono affari d’oro”.